L’interrogazione parlamentare del senatore Maurizio Gasparri, che chiede lumi sui ritardi nei pagamenti per il comparto Sicurezza e Difesa, ha riacceso i riflettori su un problema che riguarda tutti di dipendenti pubblici: i ritardi cronici nei pagamenti degli arretrati e degli aumenti stipendiali.
Secondo quanto riportato da Infodifesa.it, il personale del comparto Difesa e Sicurezza aspetta ancora gli arretrati e aumenti del contratto 2022-2024, già firmato ma non ancora liquidato nei cedolini paga. Situazione non molto distante da quella di altri comparti, dove i contratti sono scaduti e i rinnovi ancora lontani: parliamo di scuola, sanità e in tutta la pubblica amministrazione.
Contratti firmati, ma i soldi non arrivano
Lo schema è sempre lo stesso. Il contratto viene firmato in ritardo. Gli arretrati vengono promessi, ma NoiPa non riesce a gestirli in tempi brevi. I lavoratori aspettano per mesi, mentre l’inflazione erode i loro stipendi e le istituzioni rispondono solo con frasi di circostanza.
Ma i ritardi non riguardano solo l’applicazione delle novità dei CCNL. Anche sul taglio del cuneo fiscale (taglio della tassazione Irpef dei dipendenti pubblici) si è in attesa da 5 mesi e la situazione è analoga.
Infodifesa denuncia chiaramente: il governo deve smettere di indignarsi e iniziare a governare davvero. Servono riforme concrete, non dichiarazioni e prese d’atto. I dipendenti pubblici non possono essere sempre gli ultimi a ricevere ciò che spetta loro per legge.
Il problema è strutturale
La colpa non è solo di NoiPa, il sistema informatico delle buste paga pubbliche. Il problema è l’intero meccanismo di rinnovo contrattuale, vecchio, lento e inefficace.
I tavoli di trattativa si aprono tardi, i fondi arrivano a rilento, e il pagamento degli aumenti stipendiali viene rimandato di mese in mese. Il risultato è che chi lavora per lo Stato viene trattato come un peso e non come una risorsa.
Cosa bisogna cambiare subito
Secondo gli spunti evidenziati da Infodifesa, servono almeno quattro interventi urgenti:
- Riforma del calendario contrattuale, con trattative che partano all’inizio del triennio e non alla metà o addirittura alla fine del triennio di riferimento.
- Snellimento dei processi NoiPa, con automatismi nei pagamenti.
- Maggiore coordinamento tra ministeri, per evitare il scaricabarile istituzionale: come è possibile che la mano destra non sappia mai cosa fa la mano sinistra?
- Fondi certi e vincolati, disponibili in fase di trattativa, non dopo.
Milioni di lavoratori aspettano solo una cosa: che lo Stato dia il buon esempio, pagando in tempo chi ogni giorno lo manda avanti.