La legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese è ufficialmente in vigore. Approvata in via definitiva dal Senato il 14 maggio 2025, nasce da una proposta di iniziativa popolare promossa dalla CISL e sostenuta da quasi 400.000 firme. Si tratta di una riforma che attua l’articolo 46 della Costituzione e si applica a tutti i lavoratori e le lavoratrici, sia del settore privato che del settore pubblico, comprese le società cooperative.
Utili d’impresa direttamente in busta paga
Una delle novità principali riguarda la distribuzione di una quota degli utili aziendali: almeno il 10% degli utili complessivi potrà essere riconosciuto ai dipendenti, tramite contratti collettivi aziendali o territoriali. Fondamentale sarà il ruolo del sindacato in questi accordi.
Questi importi, classificati come premi di produttività o partecipazione agli utili, saranno soggetti a una tassazione agevolata del 5% per il 2025 (in base alla Legge di Bilancio per quest’anno), fino a un massimo di 5.000 euro annui.
Le 4 forme di partecipazione previste
Per la prima volta, la legge definisce in modo chiaro quattro forme di partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese:
- Organizzativa
- Gestionale
- Economico-finanziaria
- Consultiva
I lavoratori potranno essere coinvolti nei processi decisionali, anche all’interno di consigli di amministrazione o di sorveglianza, contribuendo in modo diretto alle strategie aziendali e alla sostenibilità organizzativa.
Coinvolte tutte le aziende, pubbliche e private
La norma ha valenza generale: tutte le aziende, senza limiti di dimensione o natura giuridica, possono adottare i nuovi strumenti partecipativi. Questo vale per:
- Imprese industriali e manifatturiere
- Società a partecipazione pubblica
- Aziende di servizi
- Cooperative
- Enti pubblici economici
Inoltre, la legge prevede l’avvio di piani di formazione continua, commissioni paritetiche per l’innovazione, azionariato diffuso e strumenti di partecipazione consultiva.
Una riforma costruita dal basso
La CISL parla di “una riforma popolare, non populista”, frutto di una lunga mobilitazione che ha coinvolto lavoratori, territori, assemblee e sindacati. Il CNEL vigilerà sull’attuazione della legge e sulla sua evoluzione.
Con questa legge, ogni lavoratore pubblico o privato guadagna più voce, più diritti e, potenzialmente, più salario.