La partecipazione delle donne ai fondi pensione è ancora troppo bassa. A lanciare l’allarme è Mario Pepe, nuovo presidente della Covip, durante la sua prima audizione ufficiale alla Commissione parlamentare sul femminicidio. Secondo Pepe, il motivo principale è la minore presenza delle donne nel mercato del lavoro. Ma non è tutto.
Cos’è la Covip
La Covip (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione) è l’autorità indipendente che controlla il funzionamento dei fondi pensione in Italia. Vigila sulla trasparenza, sicurezza e correttezza della previdenza complementare. Garantisce che i risparmi dei lavoratori siano gestiti in modo sicuro ed efficiente.
Anche chi lavora sceglie meno la previdenza integrativa
I numeri della Covip parlano chiaro: anche quando trovano lavoro, le donne aderiscono meno alla previdenza complementare. Alla fine del 2024, solo il 32,8% della forza lavoro femminile risultava iscritta a un fondo pensione, contro il 40% degli uomini. Una differenza di circa 7 punti percentuali che rivela un problema strutturale.
Fondi pensione: meno soldi, meno rendimento per le donne
La disparità non si ferma all’adesione. Chi è iscritta, infatti, versa mediamente meno contributi rispetto agli uomini. Questo accade non solo per salari spesso più bassi, ma anche per la tendenza a preferire comparti di investimento più sicuri, ma meno redditizi. In pratica, a parità di iscrizione, le donne costruiscono una pensione integrativa più debole.
Fondi pensione e violenza economica: un legame invisibile
Pepe ha sottolineato un altro aspetto cruciale: la previdenza complementare può rafforzare l’autonomia finanziaria femminile e proteggere da forme di violenza economica. Avere una rendita integrativa significa anche maggiore indipendenza e capacità di affrontare situazioni critiche, come la perdita del lavoro o una separazione.
Quasi 10 milioni di iscritti, ma le donne sono solo il 38%
Alla fine dello scorso anno, gli iscritti ai fondi pensione in Italia hanno sfiorato quota 10 milioni. Ma le donne rappresentano solo il 38,3% del totale. Una cifra che dovrebbe far riflettere sindacati, istituzioni e aziende su come incentivare una maggiore adesione femminile.
Conclusione: serve più informazione e più equità
Per aumentare la partecipazione delle donne alla previdenza integrativa servono strumenti concreti, maggiore informazione e politiche del lavoro più inclusive. Perché una pensione dignitosa inizia da oggi.