Le risorse stanziate per gli stipendi del personale sanitario sono più che sufficienti e non ne arriveranno altre. È ciò che ha lasciato intendere il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, intervistato da La Stampa lunedì 9 giugno.
Il ministro è intervenuto nuovamente sulla complessa trattativa per il rinnovo del contratto del Comparto Sanità 2022-2024 e non ha esitato a lanciare critiche all’operato di CGIL e UIL.
CCNL Sanità, non arriveranno altre risorse
In un momento di crescente pressione sul sistema sanitario nazionale, già alle prese con carenze di personale e risorse limitate, il Ministro Zangrillo ha dichiarato a La Stampa che non sono previsti ulteriori stanziamenti per il settore sanitario:
«Non metteremo risorse aggiuntive sui contratti per la sanità» ha detto chiaro e tondo. Poi, in riferimento alla riapertura del tavolo negoziale il prossimo 18 giugno, ha aggiunto: «Tratteremo i contratti del comparto sanità. Ma ciò che noi come governo dovevamo portare sul tavolo lo abbiamo già fatto un anno e tre mesi fa, quando le trattative sono iniziate. Negli ultimi giorni è ripreso il dialogo sulla parte normativa del contratto».
Insomma, sul fronte delle risorse pare che non ci sia nulla da aggiungere. Inutile, quindi, che i sindacati insistano.
Per Zangrillo è Surreale l’ostruzionismo di CGIL e UIL
Nel corso dell’intervista, il Ministro ha puntato il dito contro i sindacati che fanno ostruzionismo. Mentre CISL FP, NURSIND e FIALS si sono dette pronte alla sottoscrizione del nuovo contratto Sanità, la posizione di CGIL, UIL e NURSING UP resta distante dalla firma dell’accordo. Per loro, infatti, la proposta dell’Aran di aumentare le busta paga di 172 euro al mese è inadeguata a tutelare il potere d’acquisto del personale sanitario. Ma il ministro non ci sta:
«Considero abbastanza surreale che ci siano dei sindacati che fanno ancora ostruzionismo. Questa è la prima volta nella storia repubblicana che un governo mette 20 miliardi sui contratti pubblici in due manovre di bilancio che insieme valgono circa 60 miliardi, garantendo la continuità contrattuale e non proroghe che durano due-tre anni».
Prosegue il ministro Zangrillo: «Io sono arrivato nel 2022 e per buona parte del mio mandato ho dovuto lavorare sulle annate 19-21 che non erano ancora state chiuse. Le risorse che noi abbiamo messo, invece, copriranno le spese fino al 2030, garantendo un incremento retributivo del 6-7% per ciascuna tornata». Nonostante questo, «Cgil e Uil parlano ancora di “poche risorse”. E allora perché non hanno alzato le stesse barricate nel 2016-2018 (governo Gentiloni, ndr), quando con un’inflazione accumulata al 12% hanno accettato un contratto con aumenti del 3-4%? La loro mi sembra una posizione politica».