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La Meloni ‘porta’ la CISL nel Governo: Sbarra verso la nomina a Sottosegretario

Luigi Sbarra pronto al salto: dalla CISL a Palazzo Chigi

L’ex segretario generale della CISL, Luigi Sbarra, sta per entrare nel Governo con l’incarico di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Una scelta politica chiara. Dopo anni di dialogo privilegiato, Meloni porta direttamente al vertice uno dei leader sindacali più ascoltati a destra.

A riportare la notizia sono autorevole giornali di carta stampata e agenzie di stampa.

Un’operazione per “aggraziarsi” la CISL

L’obiettivo è evidente: rafforzare l’asse con il sindacato “responsabile”. La CISL, mai conflittuale col Governo Meloni, diventa ora parte dell’esecutivo. Un ingresso che non arriva a caso.

Un modo per aggraziarsi la Cisl e i suoi vertici. Anche se la posizione della base, i delegati e gli iscritti resta scettica: gli insuccessi del Governo Meloni sono sotto gli occhi di tutti. Nessun intervento sulle pensioni anticipate, le tasse in busta paga che escono dalla porta rientrano dalla finestra. Tutti fattori di cui i lavoratori sono perfettamente consapevoli.

Prima la legge, ora la poltrona

Poche settimane fa, il Parlamento ha approvato la legge sulla partecipazione dei lavoratori agli utili e all’organizzazione aziendale. Il testo partiva da una proposta di iniziativa popolare lanciata dalla CISL, ma è stato stravolto. Nessuna norma precettiva. Nessun vincolo. Nessuna spinta concreta alla contrattazione collettiva.

Una legge che non cambia nulla

Il testo finale è politicamente innocuo. Una scatola vuota. La partecipazione resta uno slogan. Gli equilibri delle relazioni sindacali non si muovono di un millimetro. Ma il Governo incassa il risultato e offre ora la contropartita.

Un sindacalista al Governo, senza più partita da giocare

La CISL, con il suo ex Segretario, ottiene visibilità e riconoscimento. Ma la battaglia vera è già finita. La legge è passata. E con essa, ogni possibilità di incidere davvero sui rapporti di lavoro. Sbarra entra nel Governo, ma lo fa a partita chiusa. È evidente che ora dovrà dedicarsi a qualcos’altro, al Sud e alle politiche di coesione e sviluppo per le aree depresse del Mezzogiorno.

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