Le trattative per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) delle Funzioni Locali 2022–2024 rischiano di naufragare in un mare di promesse disattese e risorse insufficienti.
È quanto denunciano con fermezza Fp Cgil e Uil Fpl, che lanciano un appello chiaro al Governo: serve un segnale concreto, e questo segnale può arrivare solo anticipando una parte dei fondi previsti per il prossimo contratto 2025–2027. Le risorse stanziate per il rinnovo contrattuale sono insufficienti – sottolineano i due sindacati – per dare un aumento stipendiale dignitoso ai lavoratori.
Rinnovo CCNL Enti Locali: il nodo delle risorse mancanti
Dopo oltre un anno di confronto e tavoli tecnici, l’unica proposta sul tavolo è un aumento di 25 euro netti al mese. Una cifra che i sindacati definiscono “offensiva”, soprattutto considerando l’inflazione che ha già eroso in modo significativo il potere d’acquisto dei lavoratori pubblici.
“Gli attuali 25 euro netti mensili proposti sono offensivi. Dopo oltre un anno di trattativa e con un’inflazione che ha eroso il potere d’acquisto è inaccettabile pensare che si possa chiudere una stagione contrattuale con una cifra simbolica. È una mancanza di rispetto verso chi ogni giorno garantisce servizi pubblici fondamentali in scuole, comuni, servizi sociali e tecnici” si legge nel comunicato di Fp Cgil e Uil Fpl.
Inoltre, continuano i sindacati, il recente decreto sulla Pubblica Amministrazione, convertito in legge il 7 maggio, ha complicato ulteriormente la trattativa: invece di offrire garanzie economiche universali, apre alla possibilità (non all’obbligo) di superare i limiti al salario accessorio, ma solo per una ristretta cerchia di enti locali in condizioni finanziarie favorevoli. Pertanto “anche tra questi, molti saranno costretti a scegliere tra nuove assunzioni e l’aumento del salario per il personale in servizio. Una scelta inaccettabile, che crea disuguaglianze e alimenta un sistema di diritti variabili in base al bilancio dell’ente in cui si lavora“.
Disuguaglianze nei diritti: un sistema che penalizza i lavoratori statali
Secondo Fp Cgil e Uil Fpl, il modello attuale rischia dunque di creare disuguaglianze inaccettabili, poiché lascia gli aumenti salariali nelle mani dei bilanci dei singoli enti.
Alcuni saranno costretti a scegliere tra assumere nuovo personale o migliorare le condizioni di chi è già in servizio. Il risultato? Una sorta di “lotteria retributiva” che mina alla base il principio di equità del contratto nazionale.
Quello che serve, specificano Fp Cgil e Uil Fpl, sono degli “aumenti tabellari strutturali per tutti, indipendentemente dal territorio o dall’ente di appartenenza“.
La proposta sindacale: anticipare i fondi del contratto 2025-2027
La richiesta principale dei sindacati è molto chiara: anticipare parte delle risorse economiche già stanziate per il triennio 2025–2027, affinché possano essere utilizzate subito per chiudere il contratto in corso con un risultato dignitoso.
“Riteniamo ancora più grave che si tenti di giustificare lo stallo richiamando le risorse del contratto 2025-2027. Se davvero queste risorse sono disponibili, chiediamo di anticiparle subito per garantire un contratto vero, degno e immediatamente esigibile e di aggiungere alla contrattazione le risorse stanziate e non spese del CCNL 2019-2021“.
Un gesto del genere rappresenterebbe un segnale di apertura politica e una vera dimostrazione di attenzione verso i lavoratori pubblici degli enti locali, ma anche verso tutti gli altri comparti ancora senza rinnovo, come scuola e sanità.
I sindacati avvertono: “senza un investimento concreto da parte del Governo, il contratto resterà fermo. E la responsabilità dello stallo sarà tutta di chi continua a difendere un quadro finanziario palesemente insufficiente“, ignorando la centralità del lavoro pubblico nei comuni, nelle scuole, negli ospedali, nei servizi sociali e in quelli tecnici.