La Regione Emilia-Romagna sta progettando una revisione del calendario scolastico che prevede una pausa extra durante l’anno scolastico.
Gli appuntamenti da segnare sul calendario sono due: uno a settembre e uno a febbraio. Vediamo meglio perché questi due mesi saranno importanti.
Pausa didattica a febbraio: una novità per gli studenti
L’assessora regionale all’Istruzione, Isabella Conti, ha proposto una revisione del calendario scolastico basata su tre punti fondamentali:
- Una pausa delle lezioni tra il primo e il secondo quadrimestre.
- Il prolungamento delle lezioni fino a metà giugno, con una settimana in più di scuola.
- Il rientro anticipato a settembre, qualche giorno prima rispetto al solito.
Le novità prendono spunto dal modello nord-europeo dello “spring break”, anche se a margine dell’incontro in Regione con l’Assemblea dei ragazzi e delle ragazze dell’Emilia-Romagna, l’assessora ha chiarito che il termine “spring break” non è mai stato utilizzato dalla Regione. L’idea, infatti, è quella di introdurre una pausa non in primavera, quando già ci sono le vacanze pasquali, bensì a febbraio.
Questa interruzione delle lezioni mira a offrire agli studenti un periodo di recupero a metà anno scolastico, contribuendo al loro benessere psicofisico. Fondamentale, in un contesto dove si registra un aumento del 286% dei disturbi legati all’ansia tra i giovani.
Si parte a settembre con la commissione di ascolto
Per garantire una riforma condivisa e ben strutturata, la Regione ha annunciato la creazione di una commissione di ascolto che si riunirà a settembre.
Questa commissione coinvolgerà tutti gli stakeholder del settore educativo, tra cui dirigenti scolastici, insegnanti, genitori, studenti e rappresentanti sindacali. L’obiettivo è raccogliere opinioni, suggerimenti e preoccupazioni, al fine di elaborare un piano che risponda alle reali esigenze della comunità scolastica.
A settembre dunque la commissione di ascolto inizierà il suo lavoro.
Reazioni e considerazioni alla pausa a metà anno e all’estate più corta
La proposta di una pausa invernale di un’estate più breve ha suscitato diverse reazioni. Alcuni genitori e rappresentanti scolastici hanno espresso preoccupazioni riguardo alla gestione delle strutture scolastiche durante i mesi più caldi, sottolineando la necessità di adeguamenti infrastrutturali. Inoltre, si è evidenziato che una pausa a febbraio potrebbe interferire con la preparazione agli esami di stato e con le attività di recupero.
Per non parlare delle preoccupazioni provenienti dagli operatori del turismo, in particolare della riviera romagnola: alberghi, ristoranti e stabilimenti balneari sarebbero inevitabilmente danneggiati se le scuole finissero più tardi e ricominciassero prima.