Tra i braccianti in attesa della disoccupazione agricola c’è chi in questi giorni sta ricevendo una comunicazione dall’INPS che ha lasciato l’amaro in bocca. Una semplice email contenente poche righe ha sollevato dubbi e frustrazioni, soprattutto tra chi, come ogni anno, contava sull’indennità.
Vediamo cosa c’è dietro e cosa si può fare per rimediare.
Perché l’INPS ha respinto molte domande di disoccupazione agricola
L’INPS ha iniziato a inviare le comunicazioni relative all’esito delle domande di disoccupazione agricola 2025. In alcuni casi, i braccianti si sono visti negare l’indennità con una motivazione precisa: “Nel 2024 hai svolto in prevalenza lavoro non agricolo”. Ecco un esempio:

Secondo la normativa vigente, infatti, uno dei requisiti fondamentali per accedere alla disoccupazione agricola è aver svolto attività lavorativa agricola in modo prevalente durante l’anno di riferimento.
Tra i requisiti necessari per accedere all’indennità di disoccupazione occorre infatti aver maturato “almeno 102 contributi giornalieri nel biennio costituito dall’anno di competenza dell’indennità e dall’anno precedente (requisito perfezionabile con cumulo di contribuzione relativa ad attività dipendente non agricola, purché l’attività agricola sia prevalente nell’anno o nel biennio di riferimento)“. Proprio questo specifica l’INPS.
Pertanto, anche chi ha alternato lavoro agricolo e non agricolo rischia di perdere l’indennità se la maggior parte delle giornate lavorate risultano in settori diversi da quello agricolo.
Inoltre, per accedere alla disoccupazione agricola bisogna:
- essere iscritti negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli;
- aver versato almeno due anni di contributi agricoli.
Come fare richiesta di riesame se la domanda è stata respinta
I pagamenti della disoccupazione agricola 2025 partiranno tra mercoledì 11 e giovedì 12 giugno. Non ovunque, in alcune province infatti gli accrediti avvengono più velocemente che in altre. Tuttavia, solo chi ha la domanda accolta può sperare di ricevere l’accredito. Se la domanda è respinta, infatti, l’INPS non liquiderà l’indennità.
Se si è ricevuto una comunicazione di rigetto, c’è la possibilità di chiedere il riesame della domanda.
Non c’è una tempistica esatta per presentare il riesame. Per farlo occorre accedere al sito dell’INPS e selezionare la voce “domande per prestazioni a sostegno del reddito“, poi cliccare su “disoccupazione e/o ANF agricola – riesame domande“.
Il sito dà anche la possibilità di allegare la documentazione a supporto, per esempio:
- i modelli 730 dei due anni precedenti;
- lo stato di famiglia;
- il modello Unilav o i modelli DMAG (da richiedere al datore di lavoro);
- se applicabile, l’autorizzazione Anf42 per genitori separati o divorziati o per genitori non sposati;
- le buste paga che indicano i giorni lavorati in settori non agricoli, nel caso in cui l’INPS non riconosca i periodi di disoccupazione da indennizzare.
In alternativa ci si può anche rivolgere a un patronato, che può aiutare gratuitamente il bracciante a compilare e inviare la richiesta di riesame della domanda di disoccupazione agricola.