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Bonus Affitti Fino a 5.000€ spetta anche ai Dipendenti di Scuola e altri Enti Pubblici

Con la Legge di Bilancio 2025, i lavoratori neoassunti che si spostano di oltre 100 km per raggiungere la nuova sede possono beneficiare del Bonus Affitti che consiste in importanti agevolazioni fiscali per coprire i costi di affitto e manutenzione. La misura è operativamente regolata dalla circolare n. 4 dell’Agenzia delle Entrate del 16 maggio 2025.

A Chi Spetta il Bonus Affitti 2025?

L’agevolazione riguarda i lavoratori:

  • assunti a tempo indeterminato tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2025;
  • che trasferiscono la residenza nel Comune in cui si trova la sede di lavoro, purché dista almeno 100 km dalla precedente residenza;
  • con reddito da lavoro dipendente nel 2024 non superiore a 35.000 euro.

È fondamentale che il contratto di locazione sia regolarmente registrato e riferito a un immobile situato nella nuova città di lavoro.

Dipendenti pubblici: come richiedere il Bonus Affitti?

Per i lavoratori del settore pubblico (scuole, ministeri, enti locali, sanità, ecc.), il meccanismo è lo stesso previsto per i dipendenti privati, ma ci sono alcune specificità:

  1. Sostituto d’imposta:
    • Nel pubblico impiego, il sostituto d’imposta è solitamente NoiPA (per ministeri, scuole, enti statali) o altri enti gestionali per Regioni e Comuni.
    • Spetta a loro gestire il conguaglio fiscale e l’erogazione del beneficio.
  2. Documentazione da presentare:
    • Il dipendente deve fornire al datore di lavoro (o all’ufficio competente):
      • Autodichiarazione (ai sensi del DPR 445/2000) sul cambio di residenza e distanza >100 km.
      • Copia del contratto di locazione registrato.
      • Ricevute di pagamento (affitto e spese di manutenzione).
  3. Problema gestionale per scuole e ministeri:
    • Le segreterie amministrative spesso non sono attrezzate per gestire richieste di questo tipo.
    • La soluzione auspicata è l’attivazione di un servizio self-service su NoiPA, dove caricare i documenti direttamente, senza passare dagli uffici.

Tuttavia i tempi di applicazione del provvedimento nel pubblico impiego si presumono lunghi in quanto il sistema non è attrezzato per dare risposte celeri.

Quanto si può risparmiare?

Il beneficio consiste nella non concorrenza al reddito imponibile – quindi nessuna tassazione – per un massimo di:

  • 5.000 euro annui, per due anni consecutivi dalla data di assunzione;
  • su canoni di locazione e spese di manutenzione ordinaria dell’alloggio.

Attenzione: Se il rimborso del datore di lavoro supera il limite annuo, l’eccedenza sarà tassata normalmente come reddito da lavoro.

Il costo dell’affitto supera spesso lo stipendio

Molti vincitori di concorso pubblico hanno dovuto rinunciare al posto fisso perché il costo dell’affitto nella città di destinazione superava lo stipendio iniziale.

Negli ultimi anni si è assistito a un fenomeno paradossale: giovani che, pur superando selezioni pubbliche con centinaia di candidati, hanno dato le dimissioni appena assunti. Il motivo? In molte grandi città, l’alloggio in affitto costa più del netto in busta paga.

Roma, Milano, Firenze, Venezia e Bologna sono diventate inaccessibili per chi percepisce uno stipendio base da dipendente pubblico e, a farne le spese, sono stati soprattutto gli uffici giudiziari.

Quali Spese sono Incluse?

L’agevolazione copre:

  • Canoni di locazione, purché risultanti da contratto registrato e pagati nell’anno;
  • Spese di manutenzione ordinaria (es. pulizie, acqua, luce condominiale, manutenzione ascensore), come da art. 9 della Legge n. 392/1978.

Il lavoratore deve consegnare al datore copia della documentazione (contratto, ricevute, bollette), che dovrà essere conservata in caso di controlli.

Requisiti formali e tempistiche

Per usufruire dell’agevolazione:

  1. Il lavoratore deve rilasciare un’autodichiarazione al datore (ai sensi del DPR n. 445/2000), attestando il luogo di residenza nei 6 mesi precedenti l’assunzione.
  2. Il trasferimento della residenza nel nuovo Comune deve avvenire:
    • entro la fine dell’anno in cui si percepisce il beneficio (termine del conguaglio fiscale),
    • oppure entro la data di cessazione del rapporto di lavoro, se avviene prima.

⚠️ Altri Dettagli da Sapere

  • Le somme rimborsate o erogate rilevano ai fini ISEE e per l’accesso a prestazioni previdenziali e assistenziali.
  • Non si può cumulare questo rimborso con altre detrazioni fiscali per affitto previste dal TUIR (art. 16): in quanto le spese rimborsate non sono considerate “effettivamente sostenute”.

Tabella Riassuntiva

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