HomeCronaca sindacaleDipendenti Pubblici, o si firma il Rinnovo o si Perdono gli Aumenti

Dipendenti Pubblici, o si firma il Rinnovo o si Perdono gli Aumenti

O si firma il contratto, o i soldi si perdono.” È l’ultimatum lanciato dal Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, che in un’intervista al Corriere della Sera accusa Cgil e Uil di ostacolare il rinnovo per ragioni ideologiche.

Nel mirino ci sono i 20 miliardi di euro destinati al rinnovo dei contratti pubblici per il triennio 2025-2027. Fondi già previsti nella legge di bilancio, ma che Zangrillo agita come se potessero sparire da un momento all’altro.

“Non vorrei che ad un certo punto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, decidesse di usarle in altro modo”, ha dichiarato il ministro, alludendo a un possibile dirottamento delle risorse.

Una minaccia priva di fondamento, secondo molti osservatori: i fondi sono già stanziati per legge e non possono essere destinati ad altro senza l’approvazione del Parlamento. Si tratta, con tutta evidenza, di un bluff per mettere pressione ai sindacati.

Anche Enti Locali e Scuola attendono il Contratto

Oltre alla pubblica amministrazione centrale, restano senza contratto rinnovato anche i lavoratori di scuola ed enti locali: Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni. Settori con milioni di lavoratori che attendono risposte concrete sia dal punto di vista economico che normativo.

La CISL FP è netta:

“Il rinnovo del contratto collettivo è l’unica strada per dare risposte concrete e migliorative, sia in termini salariali che normativi, scongiurando atti unilaterali da parte del Ministro. Nell’attuale contesto, con risorse già stanziate dalla legge di bilancio e con l’inflazione che continua a erodere il potere d’acquisto, ogni ulteriore ritardo nel negoziato produce un danno evidente. Per le lavoratrici e i lavoratori degli enti locali si traduce in una perdita secca in busta paga e nel mancato accesso a tutele, diritti e strumenti di valorizzazione professionale già definiti nella bozza di contratto.”

Aumenti troppo bassi rispetto all’inflazione

Gli aumenti proposti dal governo – circa 140 euro lordi medi al mese – non bastano a recuperare l’erosione causata dall’inflazione oltre il 18% dal 2021. Le categorie più colpite:

  • ATA: +130 euro
  • Docenti: +150 euro
  • Enti di ricerca: fino a 211 euro

Ma con aumenti reali intorno al 6%, il gap con il costo della vita resta profondo.

Prossima tappa il 30 luglio: si decide tutto

Il governo ha fissato una nuova convocazione dei sindacati per il 30 luglio. L’obiettivo è chiudere in fretta, anche grazie a proposte su settimana corta, smart working flessibile, buoni pasto da 13 euro, premi legati a competenze e performance.

Zangrillo difende il modello:

“Vogliamo superare gli aumenti a pioggia e premiare chi ottiene risultati. I furbetti del cartellino? Una minoranza esigua”.

Il rischio, però, è che la mancanza di intesa riporti il sistema in stallo contrattuale, lasciando milioni di lavoratori senza tutele aggiornate, con buste paga ferme e condizioni sempre più distanti dalla realtà economica.

RIPRODUZIONE RISERVATA – I siti web che intendono riprodurre, anche parzialmente, i contenuti del presente articolo sono tenuti ai sensi della Legge sul Diritto di Autore, a citare la fonte "TuttoLavoro24.it" e a creare specifico link all'articolo. Abusi saranno segnalati a Google e Meta (Facebook) per l'immediata rimozione..
spot_img
spot_img
spot_img
- Advertisment -