Nella serata di martedì 8 luglio il Senato ha approvato all’unanimità il DDL n. 1430, meglio noto come “legge salva-lavoro” per malati oncologici.
Questo importante provvedimento (finanziato con 20,9 milioni dal 2026 con un graduale aumento di anno in anno fino al 2035, quando il finanziamento entrerà a regime con 25,2 milioni l’anno) colma una lacuna normativa che lasciava scoperti molti lavoratori dopo soli sei mesi. Chi convive con un tumore o una malattia cronica invalidante, infatti, da ora può mantenere il proprio posto di lavoro fino a due anni.
Le misure coinvolgeranno 4 milioni di malati oncologici e saranno operative dal 1° gennaio 2026. Vediamole nel dettaglio.
Chi sono i beneficiari del nuovo DDL salva lavoro
Il provvedimento, accolto con entusiasmo anche dalle associazioni dei parenti dei malati oncologici, si applica a:
- Lavoratori dipendenti, pubblici e privati, con invalidità pari o superiore al 74% per via di un tumore, una malattia cronica, invalidante o rara.
- Lavoratori autonomi con incarichi continuativi verso un unico committente, che possono sospendere l’attività fino a 300 giorni all’anno.
Le novità per i malati oncologici
Il nuovo DDL salva lavoro prevede 5 novità:
- Congedo fino a 24 mesi, continuativo o frazionato, non retribuito ma con conservazione del posto di lavoro.
- Diritto allo smart working prioritario al rientro, se compatibile con le mansioni.
- Permessi retribuiti aggiuntivi: 10 ore annue rispetto a quelle già previste dal contratto per visite, esami e terapie.
- Certificazione semplificata: basterà un medico di famiglia o specialista SSN, verificabile tramite Tessera Sanitaria.
- Fondo da 2 milioni di euro per premi di laurea inerenti alla salute e intitolati alla memoria di pazienti che sono stati affetti da malattie oncologiche.
Finora, il lavoratore aveva diritto a soli 6 mesi di congedo, durante i quali conservava il posto di lavoro ma al cui termine veniva licenziato. Le nuove regole, invece, estendono il “periodo di comporto” per altri 18 mesi: il posto di lavoro viene così garantito per due anni. Durante tale periodo il lavoratore non ha diritto alla retribuzione e non può svolgere alcun tipo di attività lavorativa.
Come detto, aumentano anche i permessi retribuiti aggiuntivi: il nuovo decreto garantisce 10 ore, finora invece ne venivano riconosciute soltanto 8.