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Contratto Metalmeccanici, il 15 Luglio si riparte dopo 8 Mesi. Al centro 280€ di Aumento e 35 Ore Settimanali

Mentre Federmeccanica cambia i propri vertici e disegna una nuova struttura organizzativa, la partita più attesa per centinaia di migliaia di lavoratori resta ancora ferma al palo: il rinnovo del Contratto Nazionale dei Metalmeccanici, scaduto il 30 giugno 2024, non è ancora entrato in una vera fase negoziale.

Il 15 luglio, come confermato oggi dal nuovo Presidente di Federmeccanica Silvano Simone Bettini, le parti si ritroveranno a Roma, nella sede di Confindustria in via dell’Astronomia, per un incontro che avrà più il sapore di una ripartenza formale che di un vero negoziato. «Ci rivedremo al tavolo – ha detto Bettini – ma le distanze sono tante. Non sarà una cosa breve. Lavoreremo in modo forte e responsabile, ma serve tempo». Tradotto: nessuna intesa prima dell’autunno.

Bettini frena: “Non si firma in due, ma in cinque”

Il nuovo Presidente ha voluto anche sottolineare la complessità della trattativa:
«I contratti di Federmeccanica si firmano in cinque: noi, Assistal e i tre sindacati di categoria». Parole che, secondo molti osservatori, segnalano l’intenzione di prendere tempo e non affrettare i tempi del rinnovo, nonostante la lunga attesa e il malcontento crescente tra i lavoratori.

In foto il primo incontro tra il neo presidente di Federmeccanica Bettini e i tre leader sindacali, Palombella, De Palma, Uliano, durante l’Assemblea Federmeccanica a Torino.

I sindacati: “Basta rinvii, vogliamo risposte concrete”

Di tutt’altro tono sono state le dichiarazioni del segretario generale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, che a margine dell’assemblea ha espresso tutta la delusione del fronte sindacale:
«Non è mai partita una vera trattativa. C’è stata solo la presentazione di un documento che loro hanno chiamato piattaforma, ma che ha solo creato confusione. Di fatto stiamo partendo da zero.»

Uliano ha poi aggiunto: «Abbiamo perso un anno, che è costato 40 ore di sciopero ai lavoratori. Ci auguriamo che ora si superi la fase delle dichiarazioni e si passi finalmente a proposte concrete. Vogliamo un confronto reale, non rituale».

Anche dalla Uilm non fanno sconti, il Segretario generale Rocco Palombella fa sapere che l’obiettivo è “fare in fretta”.

La piattaforma sindacale resta il punto di partenza: 280 euro e 35 ore

Fim, Fiom e Uilm non hanno alcuna intenzione di modificare le loro richieste. La piattaforma unitaria resta l’unico riferimento possibile per riaprire il confronto. E i punti chiave sono ben noti:

  • 280 euro di aumento a regime sul trattamento economico minimo;
  • Riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali, a parità di salario;
  • Maggiori tutele su formazione, sicurezza, conciliazione vita-lavoro;
  • Rilancio della contrattazione di secondo livello.

Le richieste, giudicate inizialmente “irricevibili” da Federmeccanica, sono oggi al centro delle aspettative di migliaia di lavoratori, molti dei quali hanno già sostenuto scioperi articolati e presidi nei principali stabilimenti italiani.

Dopo mesi di stallo, si rischia un autunno di mobilitazioni

Il primo incontro del 15 luglio servirà solo a rimettere in moto i rapporti, ma nulla fa pensare che si entri subito nel merito.
I segnali lanciati da Federmeccanica, tra parole caute e riferimenti alla “lentezza” della trattativa, non sono incoraggianti.

I sindacati temono l’ennesimo rinvio e avvertono: la pazienza è finita. Se non arriveranno risposte concrete, a settembre potrebbe riaprirsi una stagione di scioperi e mobilitazioni nazionali.

La trattativa riparte, ma la vera sfida deve ancora cominciare.

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