HomeEvidenzaPensioni: gli Assunti dopo il 1995 hanno diritto a questa Integrazione Economica

Pensioni: gli Assunti dopo il 1995 hanno diritto a questa Integrazione Economica

Il 10 luglio 2025 entra ufficialmente in vigore una svolta normativa destinata ad avere un impatto significativo sul sistema previdenziale italiano: la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 94/2025, ha dichiarato l’illegittimità dell’esclusione dell’integrazione al trattamento minimo per i titolari di Assegno Ordinario di Invalidità (AOI) appartenenti al regime contributivo puro (cioè con contribuzione accreditata solo dopo il 31 dicembre 1995).

La sentenza riguarda esclusivamente l’AOI e non ha effetto retroattivo. La sua efficacia parte dal giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, ovvero dal 10 luglio 2025. Restano da chiarire i dettagli applicativi che saranno definiti nei prossimi confronti tecnici tra INPS e le organizzazioni sindacali.

Cos’è l’Assegno Ordinario di Invalidità e chi sono i “contributivi puri”

L’Assegno Ordinario di Invalidità (AOI) è una prestazione previdenziale concessa ai lavoratori dipendenti del settore privato (compresi anche gli autonomi) che abbiano una riduzione della capacità lavorativa superiore a due terzi. La prestazione è riconosciuta per tre anni (rinnovabile) ed è subordinata alla presenza di almeno cinque anni di contributi, di cui tre nei cinque anni precedenti la domanda.

I contributivi puri sono quei lavoratori che non hanno contribuzione antecedente al 1° gennaio 1996, ricadendo quindi nel sistema contributivo integrale introdotto dalla riforma Dini (L. 335/1995).

Storicamente, a questi lavoratori non veniva riconosciuta l’integrazione al trattamento minimo sull’AOI, generando una disparità con i soggetti del sistema misto o retributivo.

Cosa dice la Sentenza n. 94/2025 della Corte Costituzionale

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 94/2025, ha dichiarato incostituzionale l’esclusione dell’integrazione al trattamento minimo per i titolari di AOI con sistema contributivo puro, laddove ricorrano le condizioni economiche soggettive (limite reddituale personale e coniugale previsti dalla legge).

La Corte ha riconosciuto che tale esclusione violava il principio di eguaglianza sostanziale sancito dall’art. 3 della Costituzione, penalizzando irragionevolmente una categoria di lavoratori sulla base di un criterio temporale (data di inizio contribuzione) non giustificabile sul piano costituzionale.

Effetto della sentenza:
A partire dal 10 luglio 2025, anche i contributivi puri che ricevono un assegno ordinario di invalidità potranno ricevere l’integrazione al trattamento minimo, se soddisfano i limiti reddituali previsti per legge.

Ambito di applicazione:
La sentenza non ha effetto retroattivo e si applica esclusivamente agli AOI. Restano esclusi gli altri trattamenti previdenziali e assistenziali (come le pensioni anticipate o di vecchiaia nel regime contributivo).

Cosa ci si aspetta dall’INPS

La sentenza, pur essendo immediatamente efficace, necessita di istruzioni operative da parte dell’INPS per essere applicata concretamente. Tra gli aspetti da chiarire:

  • Procedura per il riconoscimento dell’integrazione: automatica o su richiesta dell’interessato?
  • Modalità di accertamento dei limiti reddituali: si utilizzerà l’ISEE o il modello RED?
  • Decorrenza dell’integrazione: si partirà dal 10 luglio 2025 per tutti i beneficiari o solo per le nuove domande?
  • Estensione alle domande di AOI in corso di definizione: le pratiche ancora in istruttoria saranno valutate alla luce della nuova pronuncia?

Secondo quanto anticipato dalle principali organizzazioni sindacali, è previsto un confronto tecnico tra INPS e parti sociali nelle prossime settimane, per uniformare l’interpretazione della sentenza e fornire una circolare attuativa.

Le ricadute della sentenza: chi ne beneficia e cosa cambia davvero

Il beneficio reale si concentrerà su una fascia di lavoratori fragili e con basso reddito, in prevalenza:

  • Lavoratori discontinui (stagionali, part-time ciclico, etc.)
  • Lavoratori autonomi a basso reddito
  • Giovani invalidi con carriere contributive discontinue

La modifica rappresenta un importante passo avanti verso l’equità previdenziale, in quanto elimina una discriminazione che colpiva in modo strutturale chi aveva avuto accesso al lavoro dopo il 1995 e si era ritrovato con un assegno ridotto all’essenziale, senza possibilità di integrazione.

Tuttavia, non tutti ne trarranno beneficio: restano esclusi coloro con redditi superiori ai limiti, e non sono previste compensazioni per il passato, essendo esclusa ogni retroattività.

Sentenza Corte Costituzionale n. 94/2025

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