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Metalmeccanici, nella Busta Paga di Luglio Aumenti da 30€ e gli Arretrati di Giugno

C’è grande attesa tra i lavoratori della piccola e media industria metalmeccanica: nella busta paga di luglio 2025 saranno finalmente applicati gli aumenti dell’1,3% legati all’IPCA NEI, con riconoscimento degli arretrati di giugno.
Il meccanismo è previsto dalla clausola di garanzia economica che tutela il potere d’acquisto aggiornando i minimi tabellari all’inflazione. Un diritto che tutti gli altri CCNL del settore – Federmeccanica, Unionmeccanica Confapi, Cooperative – hanno già riconosciuto nei cedolini di giugno. Eccetto gli artigiani, per i quali a luglio è previsto un aumento tabellare medio di 25 euro non legato all’IPCA.

Perché gli aumenti non sono arrivati a giugno

Il contratto Confimi Meccanica non ha applicato subito l’adeguamento. A fine giugno mancava la firma dell’accordo tecnico per applicare l’aumento da inizio mese.
Alla base del ritardo ci sono le tensioni tra Confimi e i sindacati confederali, esplose dopo la decisione di Confimi di firmare, nel 2024, un contratto multimanifatturiero con Confsal.
Il CCNL Confimi Meccanica, firmato solo da Fim e Uilm (mai da Fiom), è inoltre scaduto e in attesa di rinnovo, un contesto che rende i rapporti ancora più difficili.

L’accordo del 14 luglio 2025: aumenti dal 1° giugno, pagamento da luglio

La situazione si è sbloccata il 14 luglio 2025, quando Confimi Industria Meccanica e Fim-Cisl hanno sottoscritto il verbale di accordo.
Il testo prevede l’aumento dell’1,3% dei minimi tabellari, degli importi del contratto Socrate, dei trattamenti economici di trasferta e dei compensi per reperibilità, dopo aver analizzato lo scostamento inflattivo maturato nel periodo di vigenza.
Gli importi saranno erogati nei cedolini di luglio, ma con decorrenza economica retroattiva dal 1° giugno 2025, recuperando così il mese perso.

Ecco le tabelle salariali del CCNL Confimi a decorrere dal 1° giugno 2025:

Uilm non ratifica e si avvicina alla Fiom

Un fatto politico importante è che Uilm non ha firmato l’accordo del 14 luglio, scegliendo di allinearsi alla linea della Fiom-Cgil, che non ha mai riconosciuto il contratto Confimi e considera come unico riferimento per i dipendenti delle piccole medie imprese, quello con Unionmeccanica Confapi.
Questa decisione segna un passaggio netto: il CCNL Confimi rischia di perdere il suo ruolo come contratto alternativo per le PMI metalmeccaniche, restando oggi sostenuto solo da Fim-Cisl.

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