Con il cedolino di giugno 2025 molti lavoratori metalmeccanici si aspettavano il pagamento dell’Elemento di Garanzia Retributiva (EGR), pari a 485 euro come previsto dal CCNL Metalmeccanici industria Federmeccanica-Assistal. Tuttavia, non tutti hanno ricevuto l’importo. Il motivo? La crescente diffusione della contrattazione di secondo livello, che ha escluso numerosi lavoratori dal beneficio.
EGR: cos’è e quando spetta
L’EGR è una somma una tantum riconosciuta a giugno di ogni anno, in base al CCNL, ai lavoratori che non beneficiano di trattamenti economici aggiuntivi. Serve a garantire il rispetto dei minimi contrattuali. Non è utile al TFR e non è soggetta alla tassazione agevolata sui premi.
Perché non è stato pagato a tutti
Il Ministero del Lavoro certifica il forte sviluppo della contrattazione aziendale e territoriale: oltre 14.158 contratti attivi a metà giugno, in crescita del 4% rispetto allo scorso anno, che coinvolgono 3,7 milioni di lavoratori di tutti i settori. E’ incluso quindi anche il settore metalmeccanico e della installazione di impianti.
Chi percepisce premi di produttività o incentivi stabiliti da accordi aziendali o territoriali non ha diritto all’EGR. Stesso discorso per i dipendenti che ricevono superminimi individuali o collettivi, perché già sopra i minimi contrattuali.
Pertanto i lavoratori che, controllando il proprio cedolino paga di giugno 2025, non vedono la voce “EGR”, è perchè durante l’anno hanno avuto o devono ancora ricevere un premio di risultato.
Premi di produttività in crescita
Secondo i dati ufficiali, il premio medio è di 1.596 euro, con valori più alti nei contratti aziendali (1.809 euro) e inferiori nei territoriali (765 euro). Il governo ha confermato la tassazione ridotta al 5% per i premi di produttività fino al 2027, con un tetto di 3.000 euro, elevabile a 4.000 euro in caso di coinvolgimento paritetico dei lavoratori.



