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Licenziamenti illegittimi nelle Piccole Imprese: il Governo può Cambiare le Regole di 55 anni fa

Con la sentenza n. 118 del 21 luglio 2025, la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale il limite di 6 mensilità previsto dall’art. 9, comma 1, del D.Lgs. 23/2015 in caso di licenziamento illegittimo nelle aziende fino a 15 dipendenti. Una pronuncia che cambia le regole e apre uno spazio di intervento per l’Esecutivo e il Parlamento a guida centrodestra.

Cosa cambia per le aziende fino a 15 dipendenti

Finora il risarcimento per licenziamento illegittimo era rigidamente fissato entro un massimo di 6 mensilità, indipendentemente dalla gravità del vizio del recesso. Per la Consulta, questo tetto rigido viola i principi di adeguatezza, congruità e funzione deterrente.

A seguito della sentenza resta in vigore il dimezzamento dell’indennità rispetto alle grandi imprese, pertanto in caso di licenziamento dichiarato illegittimo l’indennizzo può ora variare da 3 fino a 18 mensilità.

L’invito della Consulta: non solo numero di dipendenti

Il punto più interessante della decisione è l’auspicio rivolto al legislatore. La Corte invita il Governo e il Parlamento a superare il criterio del numero dei dipendenti come unico indice della forza economica dell’azienda. Perché? Perché il tessuto produttivo è profondamente cambiato rispetto al 1970, quando la soglia dei 15 dipendenti venne introdotta dallo Statuto dei Lavoratori:

Oggi, specie nei settori dei servizi e della new economy, possono, esistere imprese con le composizioni più disparate. Come ad esempio un’azienda con 5 dipendenti ma oltre 20 collaboratori, che non rientrano nel conteggio legale. Strutture snelle e flessibili, ma con volumi d’affari e capacità economiche molto elevate.

Ecco perché la Consulta suggerisce di affiancare al criterio dimensionale altri parametri, come fatturato e totale di bilancio, già previsti dalla normativa europea e nazionale.

Opportunità per il Governo Meloni

L’indicazione è chiara: il centrodestra ha ora la possibilità di costruire un sistema più equo, che tuteli il lavoratore ma senza gravare in modo sproporzionato sulle piccole imprese. Una modulazione basata sulla vera forza economica dell’azienda sarebbe il passo decisivo per una riforma coerente con il mercato attuale e lontana dalle rigidità del passato.

Conclusione: la palla passa alla politica. Dopo anni di dibattito sui licenziamenti, la Corte Costituzionale ha fissato la cornice: ora serve un intervento legislativo che guardi al futuro, tenendo conto delle nuove dinamiche produttive.

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