L’Assegno di inclusione è finito in prima pagina. Nei giorni scorsi il quotidiano Il Messaggero ha dedicato un grande titolo al rinnovo della misura, sottolineando la novità degli incontri semplificati con i servizi sociali.
La ministra del Lavoro Marina Calderone ha rilanciato la notizia con un post sui social, parlando di un passo avanti importante nella semplificazione burocratica.
Ma a leggere con attenzione la nota ministeriale dell’8 agosto 2025, la sostanza cambia poco rispetto a quanto già previsto.
Il rinnovo resta obbligatorio con le stesse regole: sospensione di un mese, nuova domanda all’Inps, Patto di attivazione digitale da confermare e incontro con i servizi sociali entro 120 giorni.
Nuova domanda e sospensione obbligatoria
Chi ha presentato la prima istanza tra dicembre 2023 e gennaio 2024 e ha ricevuto l’Assegno di inclusione per 18 mesi, si trova ora nella fase del rinnovo. La domanda va ripresentata sul portale Inps a partire dal 1° luglio 2025, anche tramite Caf o Patronato.
Il rinnovo non è automatico.
La legge, in base al decreto-legge n. 48/2023, stabilisce che tra il primo periodo di fruizione e quello successivo ci sia sempre una sospensione di un mese. Significa che a luglio non viene erogato nulla e la nuova decorrenza parte da agosto, con eventuali arretrati.
Secondo i dati del Ministero, le richieste di rinnovo sono state oltre 350mila solo a luglio, destinate a scendere a circa 72mila a settembre e 35mila a ottobre. Numeri che mettono alla prova l’organizzazione dei servizi sociali.
PAD nucleo, cosa cambia davvero
Uno dei passaggi fondamentali resta la sottoscrizione del Patto di attivazione digitale (PAD) sulla piattaforma SIISL. Questo documento definisce l’impegno del nucleo a seguire percorsi di inclusione sociale o lavorativa.
La semplificazione introdotta riguarda i nuclei familiari che non hanno avuto variazioni: se la composizione non è cambiata (nessuna nascita, decesso o nuovo componente), non serve firmare un nuovo PAD. Rimane valido quello già sottoscritto con la prima domanda. L’iscrizione al SIISL, quindi, prosegue senza ulteriori passaggi.
Diverso il caso dei nuclei variati: qui occorre un nuovo PAD, collegato alla nuova composizione familiare. In tal caso, il beneficio decorre solo dal mese successivo alla sottoscrizione.
Incontro con i servizi sociali: decide il case manager
La novità più pubblicizzata dai giornali è quella legata all’incontro con i servizi sociali. Per confermare il rinnovo, ogni nucleo deve presentarsi entro 120 giorni dalla sottoscrizione del PAD. Senza questo passaggio, l’Inps sospende il pagamento.
La circolare chiarisce che l’incontro potrà avvenire anche in videocollegamento o con una visita a domicilio. Ma non si tratta di una libera scelta del cittadino. A decidere è il case manager, cioè l’assistente sociale che ha in carico il nucleo.
Il case manager ha il compito di monitorare il percorso di inclusione e può autorizzare modalità alternative all’incontro fisico solo se esistono oggettivi impedimenti alla mobilità (malattia, disabilità, fragilità). Senza la sua validazione sulla piattaforma GePI, l’Assegno viene sospeso.
La figura del case manager resta quindi centrale: non solo guida il percorso di inclusione, ma ha il potere di determinare se un incontro da remoto o domiciliare è ammissibile, validandolo ufficialmente ai fini del rinnovo.