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Bonus mamme 2025, ecco chi resta fuori: per il Governo ci sono mamme di Serie A e mamme di Serie B

L’articolo 6 del decreto 95/2025 conferma il carattere temporaneo del bonus mamme, rinviando ancora l’idea di una decontribuzione strutturale. L’intervento, valido fino al 2026, crea però una frattura evidente: da un lato le madri che possono beneficiarne, dall’altro quelle che ne restano escluse.

L’intervento che vale 480 euro annue, finanziato fino al 2026, crea però una frattura evidente: da un lato le madri che possono beneficiarne (con almeno 2 figli), dall’altro quelle che ne restano escluse (anche a prescindere dal numero dei figli).

Il paradosso delle escluse

Nonostante l’apparente ampliamento della platea, molte lavoratrici vengono tagliate fuori. Restano escluse:

madri lavoratrici con un solo figlio, sia dipendenti del privato che del pubblico impiego;

le lavoratrici domestiche, comprese colf e badanti, anche se assunte a tempo indeterminato (oltre 726mila nel 2024 secondo Inps) e con 2 o più figli;

chi utilizza il “libretto famiglia” per prestazioni occasionali;

con tutta probabilità, anche le lavoratrici con contratto intermittente, penalizzate dalla discontinuità contrattuale.

Si tratta di centinaia migliaia di madri che lavorano ogni giorno, ma che per il Governo non meritano lo stesso trattamento delle altre.

La logica della continuità

L’esecutivo giustifica le esclusioni con la necessità di premiare rapporti stabili e duraturi. Un criterio che, di fatto, lascia senza aiuto le lavoratrici più fragili e precarie: proprio quelle che avrebbero più bisogno di un sostegno economico. La contraddizione è evidente: si dice di voler aiutare le famiglie, ma le madri con contratti deboli vengono ignorate.

Domanda all’Inps e regole rigide

Per chi invece rientra tra le beneficiarie, il bonus non arriva automaticamente. Serve una domanda telematica all’Inps, con l’indicazione dei codici fiscali dei figli. Il beneficio resta esente da tasse e contributi e non incide sull’Isee. Ma la divisione resta: mamme di Serie A e mamme di Serie B, a seconda del contratto che hanno in tasca.

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