Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha introdotto un’importante novità che riguarda tutti i lavoratori del comparto scuola: l’adesione al Fondo Espero tramite il meccanismo del silenzio-assenso. Questa innovazione nasce dall’Accordo del 16 novembre 2023 e rappresenta un punto di svolta nella gestione delle future pensioni per migliaia di insegnanti e personale ATA.
Fino ad oggi, l’adesione a un fondo pensione era frutto di una scelta esplicita e volontaria del lavoratore. Con la nuova normativa, invece, chi non esprimerà un rifiuto formale nei tempi previsti verrà automaticamente iscritto al Fondo Espero. L’obiettivo è duplice: da un lato incentivare la previdenza complementare, considerata indispensabile per garantire una pensione dignitosa, dall’altro semplificare le procedure burocratiche per le istituzioni scolastiche.
Fondo Espero: cosa cambia per chi è già in servizio
Il primo grande gruppo coinvolto è costituito dal personale assunto a tempo indeterminato dal 1° gennaio 2019 fino alla data della circolare. Per loro, la procedura parte dalla consegna di un’apposita informativa sulle modalità di adesione al Fondo Espero, che deve essere fornita dal Dirigente scolastico.
Dopo la consegna, la scuola ha l’obbligo di registrare sul sistema SIDI la data di avvenuta presa visione. Questa data non è un dettaglio burocratico: da quel momento scatta il conteggio dei nove mesi a disposizione del lavoratore per esprimere un eventuale diniego. In mancanza di risposta, l’adesione al fondo diventa automatica.
Questo meccanismo mira a responsabilizzare i lavoratori, ma al contempo a garantire che nessuno rimanga escluso da una forma di previdenza integrativa solo per disattenzione o per difficoltà a orientarsi tra normative complesse.
La novità per i neoassunti dal 2025/2026
Per i docenti e il personale ATA che entreranno di ruolo dall’anno scolastico 2025/2026, le procedure diventano ancora più snelle. L’inserimento del contratto in SIDI determinerà infatti la registrazione automatica della data di presa visione dell’informativa.
In questa fase, i neoassunti dovranno obbligatoriamente selezionare uno dei due check previsti:
- Presa visione dell’informativa Fondo Espero, con data impostata automaticamente dal sistema (e modificabile solo in avanti rispetto alla decorrenza economica del ruolo).
- Procedura di adesione già espletata, nel caso in cui il lavoratore avesse già aderito al fondo.
Si tratta di una modalità semplificata che riduce ulteriormente il carico di lavoro delle segreterie scolastiche e rende più lineare l’intero iter amministrativo.
Diniego, recesso iscrizione al Fondo Espero e diritti del lavoratore
Il sistema non cancella la libertà di scelta del personale scolastico. Chi non desidera aderire al Fondo Espero può esprimere un diniego formale attraverso un’apposita istanza disponibile nell’area riservata POLIS. Il termine massimo è di nove mesi dalla consegna dell’informativa.
Inoltre, anche chi viene iscritto per silenzio-assenso mantiene il diritto di recesso: entro 30 giorni dalla comunicazione ufficiale di iscrizione inviata da Espero, il dipendente può annullare la propria adesione. Questa comunicazione arriverà all’indirizzo PEC dell’istituto scolastico, che avrà il compito di trasmetterla tempestivamente al lavoratore.
È evidente, dunque, l’importanza della trasparenza e della rapidità nella comunicazione: un ritardo nella consegna al dipendente potrebbe ridurre il tempo utile per esercitare il diritto di recesso, con possibili ripercussioni legali e amministrative.
Perché conviene aderire autonomamente: comparto crescita o garanzia?
Nonostante l’automatismo del silenzio-assenso, è fortemente consigliabile che il personale aderisca autonomamente al Fondo Espero. Farlo permette di compiere una scelta consapevole sul comparto in cui investire i propri risparmi, valutando l’opportunità tra due principali opzioni:
- Comparto Crescita, che destina una quota maggiore agli investimenti azionari, con l’obiettivo di ottenere rendimenti più elevati, accettando un livello di rischio più alto.
- Comparto Garanzia, che privilegia le obbligazioni e gli strumenti a reddito fisso, offrendo maggiore stabilità ma rendimenti più contenuti.
L’adesione autonoma si effettua tramite il portale NoiPA, compilando la domanda di iscrizione online. Oltre alla possibilità di personalizzare il percorso previdenziale, questa scelta ha altri vantaggi concreti:
- Il dipendente riceve l’1% di contribuzione aggiuntiva “regalata” dal datore di lavoro. Chi non aderisce, rinuncia a questa somma.
- È possibile ottenere anticipazioni delle somme accumulate dopo alcuni anni di permanenza nel fondo (per spese sanitarie, acquisto prima casa, ecc.).
Un aspetto importante da ricordare è che il TFR viene versato al Fondo Espero dall’INPS solo dopo la cessazione del rapporto di lavoro. Ciò significa che i contributi volontari e la contribuzione aggiuntiva del datore di lavoro costituiscono da subito il nucleo principale della propria posizione previdenziale.
… E i supplenti?
Un capitolo particolare riguarda il personale con contratti a tempo determinato, che ha comunque la possibilità di aderire al Fondo Espero pur non rientrando nella gestione del “silenzio/assenso”. In questo caso, però, il meccanismo del TFR è diverso:
- Alla cessazione del contratto a tempo determinato, l’INPS versa subito al Fondo Espero, e non al dipendente, il TFR maturato.
- Il lavoratore non riceve quindi il TFR liquidato direttamente dopo un anno, come avviene normalmente, ma lo ritroverà subito capitalizzato all’interno del fondo pensione.
Questa peculiarità va attentamente valutata: da un lato può rappresentare un sacrificio di liquidità immediata, dall’altro offre la possibilità di iniziare a costruire fin da subito una previdenza complementare con benefici a lungo termine.
Tabella riassuntiva delle nuove disposizioni
