Nel biennio 2025-2026 sono previsti aumenti mensili del 6,6%: 134,96 € per Stellantis e 139,80 € per CNHI, Iveco e Ferrari, a cui si aggiunge un’una tantum di 480 €. E’ quanto prevede l’accordo del 6 giugno 2025 per le aziende del gruppo Automotive più grande che opera nel nostro Paese.
Ma per le migliaia di metalmeccanici che in queste settimane stanno prorogando il contratto di solidarietà questi incrementi non si tradurranno in busta paga piena. Le ore ridotte saranno indennizzate dall’INPS, che non recepisce i nuovi minimi.
Gli aumenti nel dettaglio
Gli incrementi sono articolati in tre step:
- Giugno 2025: +3,7% (75-78 € medi)
- Gennaio 2026: +2% (42-44 € medi)
- Novembre 2026: +0,8% (17-18 € medi)
Il pacchetto si completa con l’una tantum di 480 €, erogata a giugno 2025 e aprile 2026. Il valore complessivo del rinnovo vale circa 2.700 € medi nel biennio. Per conoscere tutti gli importi per ogni livello di inquadramento clicca qui.
Il Premio di Risultato cresce anch’esso del 6,6%, con l’eliminazione della soglia del Cash Flow e una maggiore percentuale in caso di superamento obiettivi.
Solidarietà: aumenti ridotti e stipendi tagliati
Per chi entra in solidarietà gli aumenti diventano solo parziali: parliamo di almeno 7.850 lavoratori su circa 86.000 del gruppo. E altri potrebbero arrivare nelle prossime settimane. I nuovi minimi varranno in busta paga solo sulle ore effettive lavorate (molto poche), mentre le ore ridotte restano coperte dall’indennità INPS. E costituiscono la parte più sostanziosa del monte ore mensile (parliamo di una riduzione che può arrivare anche al 75%).
Nei fatti, i benefici dell’accordo vengono quasi azzerati. Gli impegni del rinnovo saltano quando subentrano gli ammortizzatori sociali. Il tutto senza contare quegli stabilimenti dove ci sono le ore di cassa integrazione ancora aperta.
Stabilimenti coinvolti e crisi produttiva
Pomigliano, Termoli, Mirafiori, Melfi e Cassino hanno già programmi di solidarietà fino al 2026: le scadenze sono differenziate, ma in molti casi si arriva ad 12 mesi di ammortizzatore sociale. In parallelo continuano le uscite incentivate: complessivamente 6.000 in tutta Italia nell’ultimo biennio. Quindi gli aumenti, l’una tantum e il “montante salariale” di 2.700 euro saranno sempre meno metalmeccanici a vederli.
Il quadro è chiaro: salari ridotti, investimenti bloccati in Italia, mentre gli stabilimenti esteri del gruppo vengono rafforzati.