La contrattazione collettiva e il potere d’acquisto dei lavoratori sono oggi al centro dell’agenda politico-sindacale. In questo scenario, una proposta della Lega, rilanciata dal Sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, punta a rendere automatico l’aumento degli stipendi alla scadenza del contratto collettivo nazionale (CCNL), anche in assenza di rinnovo.
L’obiettivo è duplice: favorire i rinnovi contrattuali e allo stesso tempo tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori, soprattutto in un contesto di inflazione ancora elevata e contratti bloccati.
Come funzionerebbe l’aumento automatico degli stipendi
Secondo la proposta della Lega, alla scadenza del CCNL, verrebbe riconosciuto un aumento automatico legato all’inflazione, definito direttamente dall’ISTAT.
In pratica:
- Il contratto collettivo arriva a scadenza.
- Anche senza un rinnovo immediato, scatta l’aumento salariale proporzionale all’aumento del costo della vita: l’incremento avverrebbe sottoforma di detassazione.
- Una volta siglato il nuovo contratto, le condizioni aggiornate sostituirebbero l’adeguamento automatico.
Questa proposta mira a evitare il blocco salariale per milioni di lavoratori in attesa di rinnovo, una situazione oggi diffusa soprattutto nel settore pubblico.
A chi si applicherebbe la misura: oltre 6 milioni di lavoratori interessati
Secondo i dati riportati nel focus del Ministero del Lavoro, sarebbero oltre 6,3 milioni i dipendenti (pari al 43,7% del totale) interessati da contratti in attesa di rinnovo.
Tra questi:
- lavoratori della Pubblica Amministrazione;
- dipendenti di ministeri, enti pubblici, agenzie fiscali e sanità;
- ricercatori, universitari ed enti locali.
L’adeguamento automatico degli stipendi diventerebbe quindi uno strumento di giustizia retributiva, in grado di sostenere le famiglie contro l’erosione del potere d’acquisto.
Obiettivo: incentivare i rinnovi e rafforzare il potere contrattuale
La proposta della Lega non mira solo a dare un sollievo economico immediato, ma anche a stimolare la contrattazione collettiva. Infatti, prevedere un meccanismo automatico potrebbe spingere le parti sociali a rinnovare i contratti più rapidamente, evitando lunghe trattative e stagnazioni.
Inoltre, aumentare gli stipendi anche solo temporaneamente in base all’inflazione rappresenterebbe un meccanismo di tutela dinamico per tutti quei lavoratori che, pur garantendo servizi essenziali alla comunità, restano per anni con stipendi fermi.
Tale proposta potrebbe diventare realtà già dalla prossima Legge di Bilancio 2026.