Con il nuovo mese, molti nuclei familiari stanno attendendo l’accredito dell’Assegno Unico. Si tratta della principale misura di sostegno economico per le famiglie con figli a carico fino a 21 anni, indipendentemente dalla condizione lavorativa dei genitori.
Per il mese di settembre, però, si registra un leggero slittamento rispetto al calendario del mese precedente.
A chi spetta l’Assegno Unico: beneficiari e requisiti
L’Assegno Unico è rivolto a tutte le famiglie con figli a carico fino ai 21 anni (senza limiti di età in caso di disabilità). Non servono altri requisiti. Non è nemmeno necessario essere lavoratori dipendenti. Il beneficio, infatti, spetta a tutti, anche a:
- disoccupati;
- lavoratori autonomi;
- percettori di NASpI, Assegno di Inclusione, disoccupazione agricola o di altri contributi.
La domanda si presenta una volta sola (salvo modifiche), e gli accrediti successivi arrivano mensilmente in modo automatico, salvo aggiornamenti sull’ISEE o variazioni familiari. L’ISEE, infatti, serve a stabilire l’importo mensile dell’importo. In ogni caso, non c’è un tetto massimo che esclude dal beneficio.
Quando arriveranno i pagamenti di settembre
Secondo quanto comunicato dall’INPS, gli accrediti dell’Assegno Unico relativi alla mensilità di settembre sono previsti per:
- lunedì 22,
- martedì 23.
Queste date interessano coloro che non hanno subito variazioni di importo rispetto ai mesi precedenti. Chi a settembre ha diritto a un importo diverso dal solito dovrà invece attendere qualche giorno in più.
Le somme saranno erogate in automatico a chi ha già una domanda in corso e ha ricevuto i pagamenti nei mesi precedenti. I beneficiari potranno visualizzare l’importo e lo stato del pagamento all’interno del proprio Fascicolo Previdenziale sul sito INPS, accedendo tramite SPID, CIE o CNS.
Il ritardo di settembre non è anomalo
Come anticipato a inizio articolo, a settembre, però, si registra un lieve ritardo rispetto al calendario del mese precedente: ad agosto, infatti, l’INPS aveva disposto i pagamenti in tre giorni consecutivi, precisamente il 19, 20 e 21.
Tuttavia, non c’è motivo di allarme. L’INPS, infatti, ha spesso scaglionato i pagamenti su più giornate e può capitare che le date cambino leggermente da un mese all’altro, anche in base alle festività.
Chi non riceverà l’accredito nei giorni indicati potrà comunque consultare il proprio Fascicolo Previdenziale per verificare eventuali comunicazioni o anomalie.



