Il Ministero per la Pubblica Amministrazione ha avviato ufficialmente l’iter per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego per il triennio 2025-2027.
La “direttiva madre” firmata dal ministro Paolo Zangrillo segna il primo passo concreto per rinnovare i contratti di oltre 3 milioni di dipendenti pubblici, a partire da quelli delle Funzioni centrali.
A chi si applicano i rinnovi
La nuova stagione contrattuale riguarda l’intera macchina dello Stato. Sono oltre 3 milioni i lavoratori coinvolti nei rinnovi 2025-2027, appartenenti a tutti i principali comparti del pubblico impiego. In particolare:
- Ministeri, enti pubblici nazionali e agenzie fiscali (Funzioni centrali),
- Sanità (ospedali, ASL, IRCCS, ecc.),
- Scuola, università e ricerca,
- Enti locali (Regioni, Comuni, Province),
- Forze dell’ordine e comparti speciali.
Il calendario dei rinnovi
Si parte proprio dal comparto delle Funzioni centrali, che comprende circa 200.000 dipendenti. Si tratta infatti dell’unico settore ad aver già completato l’intero iter del precedente rinnovo 2022-2024. L’obiettivo è che possa fare da apripista per gli altri rinnovi. Il testo della direttiva è stato già trasmesso al MEF, che dovrà ora valutarne l’impatto economico.
Subito dopo toccherà alla Sanità, dove l’accordo per il contratto precedente è stato chiuso soltanto a fine luglio. Attualmente, l’intesa è al vaglio della Ragioneria generale dello Stato e della Corte dei Conti, due passaggi tecnici obbligatori. Una volta conclusi, si potrà aprire anche per il personale sanitario — in primis gli infermieri — la nuova fase di contrattazione.
Situazione più complessa invece per Enti locali e Scuola, dove il contratto del triennio appena concluso (2022-2024) non è ancora stato firmato. Le trattative sono ancora in corso. A pesare sul rallentamento del negoziato sono soprattutto le posizioni divergenti tra i sindacati, in particolare CGIL e UIL, anche se quest’ultima ha recentemente aperto alla possibilità di una chiusura dell’intesa per gli Enti locali.
Il ministro Zangrillo ha comunque promesso che, entro due mesi dalla firma del contratto in corso, si procederà con l’avvio ufficiale dei rinnovi 2025-2027 anche per questi comparti. Un impegno politico che trova concretezza proprio nella firma dell’atto di indirizzo per le Funzioni centrali, segnale che il calendario è finalmente in movimento.
Risolvere il gap salariale tra i dipendenti statali
Secondo quanto trapelato, il governo sarebbe pronto a stanziare fino a 10 miliardi di euro per il rinnovo dell’intero comparto pubblico. Le risorse serviranno non solo a recuperare l’inflazione, ma anche a:
- Ridurre il divario retributivo tra dipendenti ministeriali e comunali.
- Smussare i vincoli imposti al salario accessorio, soprattutto per le amministrazioni più virtuose.
- Affrontare la fuga dei lavoratori dei Comuni del Nord Italia, dove le buste paga non sono all’altezza del costo della vita.
- Migliorare la qualità dei servizi pubblici, legando parte degli aumenti a obiettivi di efficienza.
Tutto questo non solo per adeguare gli stipendi, ma anche per rendere più attrattivo il lavoro pubblico, in un momento storico in cui molte amministrazioni faticano a reclutare personale qualificato.



