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Bonus Inps 2025: aperte le domande, fino a 1.500€ ma solo 6.300 beneficiari per l’aiuto psicologo

Dal 15 settembre 2025 è possibile presentare la domanda per il bonus psicologo sul portale Inps. Lo strumento, attivato per sostenere le spese delle sedute di psicoterapia, prevede un rimborso massimo di 50 euro a seduta fino a 1.500 euro annui per ciascun beneficiario. Il contributo varia in base all’ISEE: più basso è l’indicatore, più alto sarà l’importo riconosciuto.

L’attesa è altissima: già lo scorso anno le richieste hanno superato ogni previsione, segnalando una domanda di supporto psicologico che resta in gran parte inevasa.

Oltre 400mila domande per pochi posti disponibili

Il vero problema sta nei numeri: secondo le stime saranno circa 400mila le persone che presenteranno domanda, ma i fondi disponibili — 25 milioni di euro — permetteranno di soddisfare appena 6.300 beneficiari. Una sproporzione enorme, che rischia di lasciare senza sostegno quasi la totalità dei richiedenti.

Il meccanismo è semplice: una volta chiuso il bando, l’Inps stilerà le graduatorie regionali basate sull’ISEE. A parità di valore, prevale l’ordine cronologico di presentazione. In altre parole, non solo conterà il reddito, ma anche la rapidità con cui si invia la domanda.

Le critiche degli esperti: misura insufficiente

Michela Di Trani, docente di Psicologia all’Università La Sapienza, parla chiaro: “È un intervento importante, ma destinato a troppo poche persone e per troppo poco tempo”. Il bonus, infatti, consente di avviare un percorso, ma difficilmente riesce a coprire la durata media di una terapia psicologica.

Molti cittadini, pur con gravi disagi, resteranno esclusi. Chi non rientra nelle graduatorie non avrà alcun sostegno, trovandosi davanti a due alternative: rinunciare o pagare di tasca propria. Una situazione che alimenta le disuguaglianze, soprattutto in un periodo in cui ansia, depressione e disturbi legati al lavoro e alla scuola sono in forte crescita.

La proposta per rendere il bonus strutturale: raccolta firme

Per superare questi limiti è partita la campagna “Diritto a stare bene”, promossa dall’associazione Pubblica. L’obiettivo è raccogliere 50mila firme entro il 10 dicembre per presentare una proposta di legge popolare che renda il bonus universale e strutturale.

I promotori ricordano che investire nella salute mentale non è un costo, ma un risparmio: chi segue un percorso psicologico riduce del 50% gli accessi al pronto soccorso, del 15% le visite specialistiche e del 10% i ricoveri. Un beneficio concreto per i cittadini e per l’intero Servizio Sanitario Nazionale.

La mobilitazione sta coinvolgendo scuole, associazioni e comunità locali. Il consenso è trasversale e cresce di giorno in giorno, segno che il tema della salute psicologica è ormai al centro dell’agenda sociale del Paese.

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