Nel secondo incontro tecnico con Federmeccanica, le segreterie di Fiom, Fim e Uilm hanno proseguito l’esame della piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale. Al centro del confronto: diritto all’informazione, consultazione e partecipazione, politiche di genere, tutele per i lavoratori stranieri e aggiornamento dei diritti sindacali.
«Abbiamo discusso alcuni punti importanti – ha spiegato Mirco Rota, segretario nazionale della Fiom-Cgil in un video pubblicato sui canali social ufficiali – come il diritto all’informazione e alla partecipazione delle RSU. Poi siamo passati alle politiche di genere, proprio per la loro importanza e per il lavoro portato avanti in questi anni».
25 settembre: i sindacati vogliono aprire la partita salariale
Il tavolo proseguirà giovedì 25 settembre, e per i sindacati sarà il momento di affrontare anche la parte economica.
«Il 25 settembre vogliamo che ci siano anche le risposte economiche. È necessario che si apra anche questo fronte», ha detto Rota.
Tra le ipotesi in campo, Fiom, Fim e Uilm valutano anche la possibilità di proporre un accordo “ponte”, come già avvenuto nel rinnovo del contratto Unionmeccanica-Confapi, dove è stato sottoscritto un aumento di 100 euro come anticipo sull’intesa economica definitiva.
280 euro in busta paga, 700 per chi non ha premi, più welfare
I sindacati rilanciano dalla piattaforma e dalla richiesta economica portata al tavolo oramai un anno e mezzo fa. Fino ad ora hanno visto perdere salario con 40 ore di sciopero, durante la lunga mobilitazione tra l’inverno e la primavera scorsa, e portare a casa poche decine di euro con l’aumento legato all’IPCA con la busta paga di giugno 2025.
Nel dettaglio la piattaforma chiede:
- l’aumento dei minimi salariali richiesto è di 280 euro;
- i flexible benefit passerebbero da 200 a 250 euro annui;
- l’elemento di garanzia retributiva, destinato ai lavoratori senza premi aziendali, salirebbe da 485 a 700 euro annui.
Si tratta di numeri chiari che servono a dare riconoscimento concreto a migliaia di lavoratrici e lavoratori che, pur svolgendo le stesse mansioni, non accedono a premi o strumenti integrativi. Non è più accettabile questa disparità interna nel settore. Serve un intervento forte anche su questo punto.



