Un nuovo sciopero generale, questa volta senza preavviso, potrebbe essere proclamato a breve. Lo ha annunciato il sindacato Usb – lo stesso che ha animano l’ampia protesta di lunedì 22 settembre – durante una conferenza stampa a Montecitorio convocata dal Global Movement to Gaza Italia, come riporta l’Ansa. La sigla sindacale ha dichiarato che la parola d’ordine sarà “blocchiamo tutto”, con l’intenzione di dare vita a un’agitazione permanente e a presìdi in cento piazze italiane in solidarietà con la popolazione palestinese e con la Global Sumud Flotilla. Sulla stessa scia anche la Cgil guidata da Maurizio Landini. In questa ipotesi i servizi pubblici essenziali come scuola, trasporti, treni, servizi portuali, ecc. potrebbero essere interrotti “a sorpresa”.
Ma vediamo quali sono le dichiarazioni e i possibili limiti a questa iniziativa.
Il sostegno della Cgil
Per la prima volta anche la Cgil sembra orientata a valutare la proclamazione di uno sciopero generale legato alla guerra a Gaza e alla condizione degli attivisti che stanno raggiungendo i luoghi di guerra per prestare aiuto umanitario alla popolazione. La confederazione, infatti, ha condannato “i gravissimi attacchi avvenuti stanotte contro la Flotilla” nelle ultime ore e ha chiesto al governo di garantire immediatamente la sicurezza delle persone a bordo delle navi umanitarie. In caso di nuovi bombardamenti o sequestri, la Cgil ha dichiarato di essere pronta a proclamare uno sciopero nazionale “con la necessaria tempestività”.
Il nodo della Commissione di Garanzia
La prospettiva di una nuova astensione dal lavoro senza preavviso si intreccia con i rilievi della Commissione di Garanzia sugli scioperi. Con una lettera inviata all’Usb circa dieci giorni fa, l’Autorità ha ricordato che la legge 146 consente scioperi generali “in deroga” solo se le motivazioni sono puntuali e specifiche. Non sono ammesse giustificazioni generiche e, inoltre, deve essere rispettato l’intervallo minimo tra due scioperi: l’ultimo sciopero generale si è svolto lo scorso 22 settembre, coinvolgendo trasporti, scuola e sanità. Quindi il rischio che sia stoppato dalla Commissione perché coinvolge lo stesso bacino di utenza resta alto.
La motivazione addotta da Usb
Il sindacato di base sostiene in un documento che i lavoratori siano già oggi esposti a un pericolo concreto. Il riferimento è agli equipaggi e agli attivisti impegnati sulla Flotilla diretta a Gaza, presi di mira da attacchi con droni in acque internazionali. Proprio l’intensificarsi delle azioni militari israeliane costituirebbe, secondo Usb, la condizione necessaria per legittimare una mobilitazione immediata e straordinaria.
Se la protesta sarà formalizzata, l’Italia si troverà di fronte a uno sciopero generale di carattere politico e internazionale, con un impatto che rischia di essere molto ampio.



