Ottobre sarà un mese decisivo per i lavoratori metalmeccanici. Si apre infatti il confronto ufficiale per il rinnovo del CCNL Federmeccanica-Assistal, dopo mesi di preparazione e con una piattaforma votata e approvata nelle assemblee. A tracciare la linea della Fiom-Cgil è il segretario generale Michele De Palma, in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano (30 settembre 2025) e firmata da Andrea Tundo.
Le parole di De Palma non lasciano dubbi: il sindacato arriva al tavolo (prossima riunione 6 ottobre) con una posizione forte, sostenuta dalle recenti conquiste nei rinnovi contrattuali e dalla consapevolezza che la partita economica sarà il punto più caldo del negoziato.
Dopo Cooperative e PMI, ora tocca a Federmeccanica-Assistal
Il segretario Fiom ha ricordato che il rinnovo del contratto arriva dopo due risultati significativi: il CCNL delle Cooperative e quello di Unionmeccanica-Confapi sono stati già sottoscritti tra giugno e luglio da Fim, Fiom e Uilm.
Due accordi che rappresentano, nelle parole di De Palma, “un punto di forza da cui partire”, poiché testimoniano la capacità del fronte sindacale unitario di ottenere miglioramenti concreti anche in contesti differenti da quello dell’industria metalmeccanica tradizionale.
Ora, con alle spalle 40 ore di sciopero e una piattaforma chiara, l’obiettivo è uno solo: portare a casa un contratto che riconosca il valore reale del lavoro, non solo il recupero del potere d’acquisto.
Il nodo dell’IPCA e la richiesta di aumenti oltre l’inflazione
Il cuore del confronto sarà la parte economica. De Palma ha chiarito che la Fiom non si accontenterà di un semplice adeguamento all’indice IPCA, quello che ogni anno a giugno determina gli incrementi automatici dei minimi contrattuali.
“Vogliamo più soldi dell’inflazione”, ha dichiarato. Tradotto: l’aumento salariale deve andare oltre il mero recupero del carovita e puntare a una redistribuzione del valore prodotto dalle imprese.
Un concetto che ribalta l’impostazione difensiva del passato: non solo protezione del reddito, ma partecipazione alla ricchezza generata dal lavoro metalmeccanico. Le strade sono: aumenti salariali di 280 euro, più soldi sul welfare (non solo 200 euro annui) e più soldi sull’Elemento perequativo in Busta paga.
“Serve la detassazione degli aumenti, altrimenti finiscono in drenaggio fiscale”
Nel ragionamento di De Palma entra anche la questione fiscale. Il segretario Fiom chiede al governo di intervenire introducendo la detassazione degli aumenti contrattuali, affinché i benefici economici non vengano erosi dal prelievo fiscale.
“Altrimenti noi contrattiamo, ma poi finiscono in drenaggio fiscale”, ha ammonito.
Un messaggio diretto a Palazzo Chigi, che nei prossimi mesi sarà chiamato a sostenere la contrattazione collettiva non solo con parole, ma con misure concrete di politica redistributiva e fiscale.
In vista di ottobre, dunque, il tavolo con Federmeccanica e Assistal si preannuncia teso: il nodo sarà il valore reale degli aumenti, la volontà di superare l’IPCA e la capacità del governo di favorire un accordo che premi davvero i lavoratori.



