Venerdì 3 ottobre 2025 anche i dipendenti dell’INPS potrebbero aderire allo sciopero generale nazionale proclamato dall’organizzazione Si Cobas. La mobilitazione riguarda tutte le categorie pubbliche e private, scuola compresa, e secondo quanto comunicato dall’Istituto, potrebbero verificarsi disagi e rallentamenti nelle attività ordinarie.
L’INPS ha reso noto che, in caso di adesione, i cittadini potrebbero riscontrare difficoltà nella fruizione dei servizi, soprattutto per chi ha prenotato appuntamenti presso le sedi territoriali. Gli uffici saranno infatti operativi con personale ridotto e la gestione delle pratiche potrebbe subire ritardi significativi, specialmente nelle sedi a maggiore affluenza.
Appuntamenti e pagamenti a rischio ritardi
Tra i servizi che potrebbero subire rallentamenti, si segnalano in particolare le prestazioni a sostegno del reddito, come la NASpI per i disoccupati e il Trattamento integrativo (ex Bonus Renzi), che in questa fase del mese vengono erogati o contabilizzati. Anche la gestione delle pratiche in corso e la risposta ai quesiti presentati tramite contact center potrebbero richiedere più tempo.
Nessun problema invece per i pensionati in quanto gli assegni di ottobre sono già stati emessi da tempo e in pagamento il primo del mese. I pensionati clienti di Poste Italiane tuttavia potrebbero avere dei problemi col ritiro del contante a causa dello sciopero che coinvolgerà anche i dipendenti gli uffici postali nella giornata del 3 ottobre.
Lo stop ai trasporti favorisce l’adesione
Lo sciopero del trasporto pubblico locale e dei treni, in programma nelle stesse ore, potrebbe rendere ancora più ampia la partecipazione dei lavoratori. Le difficoltà di spostamento e i collegamenti ridotti potrebbero infatti facilitare l’adesione dei dipendenti INPS alla giornata di protesta, rendendo la giornata del 3 ottobre particolarmente complessa per cittadini e utenti.
Chi non sarà coinvolto nello sciopero
Non tutti i dipendenti INPS avranno problemi negli spostamenti. Restano infatti esclusi coloro che operano in modalità smart working che – non dovendosi spostare – potrebbero decidere di lavorare da casa. Ciò significa che parte del personale continuerà a garantire alcune attività essenziali da remoto, ma con un impatto comunque limitato sul funzionamento complessivo degli uffici.



