È ripartito il negoziato per il rinnovo del contratto del personale scolastico 2022-2024. In base agli ultimi aggiornamenti, il governo ha messo sul piatto risorse per garantire un aumento medio di 150 euro lordi al mese in busta paga. Ha aggiunto poi altri 240 milioni di euro per erogare un bonus una tantum di 145 euro, destinato a integrare ulteriormente i compensi di docenti e ATA.
Meno rosea, invece, la situazione per i buoni pasto, sempre più richiesti ma ancora fuori dalle previsioni immediate.
Per i docenti aumento stipendiale di 150 euro lordi e bonus da 145 euro
Nel quadro della trattativa sul rinnovo del contratto scuola, si profila un primo risultato concreto: lo stanziamento di fondi sufficienti a garantire un aumento medio di 150 euro lordi mensili in busta paga per i docenti.
In parallelo, il Decreto Scuola ha previsto l’impiego di 240 milioni di euro per l’erogazione di un bonus una tantum di 145 euro, rivolto sempre al personale della scuola.
L’obiettivo dichiarato è quello di riconoscere economicamente l’impegno degli insegnanti e recuperare — almeno in parte — il gap accumulato negli ultimi anni, durante i quali l’inflazione ha eroso circa il 17% del potere d’acquisto delle retribuzioni del comparto.
Nella scuola i buoni pasto restano lontani
Niente da fare invece per i buoni pasto. Tra le richieste sindacali più sentite figura infatti proprio quella dell’introduzione dei buoni pasto per i docenti, una misura che avrebbe un impatto diretto sul miglioramento del reddito disponibile.
L’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale) ha dichiarato di avere poco margine d’azione su questo tema. Manca infatti la copertura economica.
“Tuttavia – spiega Marcello Pacifico, presidente dell’Associazione professionale e sindacale Anief – ciò non impedisce di prevedere l’istituto in sede di contrattazione, seguendo un precedente modello adottato per la formazione retribuita nel contratto del 2019-2021”. L’intenzione del sindacato “è presentare la richiesta durante i tavoli negoziali, in modo che l’istituto venga riconosciuto contrattualmente e che la sua eventuale attuazione sia rimandata al secondo livello di contrattazione, in funzione delle disponibilità economiche”.
I ministri Valditara (Istruzione) e Zangrillo (Pubblica Amministrazione) stanno facendo pressione affinché si trovi un’intesa entro la fine del 2025.



