Il recente aggiornamento della retribuzione massima per alcuni dirigenti della Pubblica Amministrazione — da 256.000 a 360.000 euro lordi annui — non sarà applicato a tutti. L’intervento riguarda solo una ristretta cerchia di figure apicali con funzioni specifiche e incarichi ad alta responsabilità.
Lo ha confermato il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, intervenuto a un convegno organizzato da ConfsaL-Unsa, ribadendo che l’obiettivo del governo è costruire un sistema basato sul merito e non su automatismi generalizzati.
Aumento a 360.000 euro solo per figure apicali
L’adeguamento della retribuzione a 360.000 euro, previsto dopo la sentenza della Corte Costituzionale del 28 luglio, non riguarda tutti i dirigenti pubblici, ma soltanto coloro che hanno stipendi legati direttamente ai vertici della magistratura o della sicurezza. «Si tratta di dieci o dodici figure in tutto» ha spiegato il Ministro.
Tra queste:
- Il presidente della Corte di Cassazione,
- I comandanti generali di Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia di Stato,
- Il Presidente della Corte dei Conti,
- I vertici delle principali Autorità indipendenti come Antitrust, Consob e Agcom.
Per tutti gli altri dirigenti, ha precisato Zangrillo, si sta lavorando a criteri oggettivi e selettivi che possano determinare aumenti solo in presenza di effettivo merito e risultati concreti.
Come funzioneranno gli aumenti per i dirigenti della PA: criteri in fase di definizione
In collaborazione con il Ministero dell’Economia, il Ministero della Pubblica Amministrazione sta studiando delle possibili soluzioni. Per adesso, si parla di aumenti che potrebbero essere legati:
- al budget gestito,
- al rendimento,
- all’efficacia del lavoro svolto.
Zangrillo ha sottolineato che non ci sarà alcuna liberalizzazione degli stipendi: «Non possiamo più permetterci un sistema che non distingue e non valorizza chi lavora con impegno e professionalità. Premiare il merito significa riconoscere capacità e attitudini, accompagnare le persone nelle aree di miglioramento, responsabilizzare e motivare, rafforzando il legame tra individuo e organizzazione. È una rivoluzione culturale che sono convinto diventerà operativa entro la fine della legislatura».
A che punto sono i contratti della scuola e degli enti locali
Durante lo stesso evento, è stato fatto il punto anche sul rinnovo dei contratti della Scuola e degli Enti Locali:
- Per la scuola, il traguardo sembra vicino: riguarda 1,2 milioni di lavoratori tra insegnanti, personale ATA, università, ricerca e Afam.
- Per gli enti locali, le trattative sono ancora in corso, ma il ministro si è detto fiducioso, nonostante l’opposizione di Cgil e Uil: il nodo resta la “perequazione” retributiva tra i dipendenti comunali e quelli ministeriali.



