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Torna la Festa del 4 Ottobre, nella Metalmeccanica rischia chi lavora a Ciclo Continuo

Rilasciando dichiarazioni esclusive a TuttoLavoro24.it, il presidente di Unionmeccanica Torino, Antonio Casano, ha espresso perplessità sulla scelta del Parlamento di reintrodurre il 4 ottobre come festività nazionale dedicata a San Francesco d’Assisi.

Festa di San Francesco: stop al lavoro, da quando?

Il disegno di legge che reintroduce il 4 ottobre come festa nazionale di San Francesco d’Assisi è stato definitivamente approvato dal Parlamento. Dopo il via libera della Camera il 23 settembre con 247 voti favorevoli, 8 astenuti e 2 contrari, il testo ha ottenuto l’ok finale in sede deliberante dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato. Il presidente Alberto Balboni ha evidenziato il valore simbolico dell’approvazione prima del 4 ottobre. Tuttavia, la festività sarà effettiva solo dal 2026, poiché la legge dovrà prima essere pubblicata nella Gazzetta Ufficiale.

Bisogna però fare prima i conti con il calendario: nel 2026 il giorno di San Francesco cadrà di domenica, quindi il vero e proprio appuntamento con la festa è rinviato a lunedì 4 ottobre del 2027.

I dubbi delle Aziende Metalmeccaniche

“Con il disegno di legge che reintroduce il 4 ottobre come festività nazionale dedicata a San Francesco d’Assisi, il Parlamento ha compiuto una scelta dal forte valore simbolico e culturale. Tuttavia, in un momento storico in cui il Paese è chiamato a rilanciare la produttività, contenere il costo del lavoro e sostenere la competitività delle imprese, questa decisione solleva interrogativi profondi sulla coerenza delle politiche economiche e industriali”, ha dichiarato Casano.

Gli effetti diretti sul settore

Nel settore metalmeccanico, dove il lavoro a ciclo continuo è una realtà quotidiana, il presidente di Unionmeccanica Torino evidenzia che “il ripristino della festività comporterà: una riduzione del monte ore lavorabile, con impatto diretto sulla capacità produttiva; un aumento degli oneri retributivi, sia per i lavoratori impiegati nei turni festivi (che percepiranno maggiorazioni), sia per quelli non operativi (che riceveranno comunque la retribuzione festiva); una riorganizzazione complessa dei turni, che graverà sulle aziende e sulle strutture operative”.

Parole che mettono in luce le ricadute concrete del provvedimento per le imprese metalmeccaniche, chiamate a gestire nuovi costi, minore produttività e maggiore complessità organizzativa nei reparti a ciclo continuo.

La nuova Festività? Un paradosso per il sistema produttivo

Casano sottolinea che “la contraddizione è evidente: da un lato si chiede alle imprese di investire, innovare e aumentare la produttività; dall’altro si introducono misure che aumentano i costi e riducono le ore lavorabili. È un paradosso che non possiamo ignorare”.
Insomma una posizione, quella del Parlamento che ha votato praticamente all’unanimità, che appare in controtendenza con gli obiettivi annunciati dal Governo, in una fase in cui le imprese sono chiamate a rilanciare gli investimenti e a rafforzare la competitività anche alla luce delle politiche dei dazi Usa.

“Servono misure concrete e compensative”

“Queste considerazioni – ci tiene a precisare il Presidente delle PMI Metalmeccaniche – non vogliono mettere in discussione il valore della figura di San Francesco, né il significato profondo della sua eredità morale. Ma è doveroso chiedere che ogni scelta simbolica sia accompagnata da misure concrete e compensative”. Tuttavia ci tiene a sottolineare che sarebbe utile un confronto serio e trasparente, affinché il ripristino della festività non si traduca in un ulteriore peso per le imprese, ma in un’opportunità condivisa e sostenibile”.

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