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Precari PA, proroga al 2026 ma senza stabilizzazione è caos: i sindacati avvertono il Governo

Il Decreto Omnibus 2025 ha introdotto importanti novità sui contratti a tempo determinato: i primi 12 mesi restano senza obbligo di causale e viene prorogata fino al 31 dicembre 2026 la possibilità di individuare motivazioni autonome per rinnovi e proroghe. Una norma che da un lato offre maggiore flessibilità, ma dall’altro rischia di lasciare ancora una volta nell’incertezza migliaia di lavoratori precari della Pubblica Amministrazione.

Ospedali, scuole, enti locali e ministeri si reggono infatti su personale a tempo determinato che ogni giorno garantisce il funzionamento dei servizi, ma che resta privo di garanzie sul proprio futuro. È proprio questo il punto su cui i sindacati hanno acceso i riflettori.

Pubblica Amministrazione: precarietà senza fine

Se nel settore privato la proroga al 2026 viene salutata come un segnale di stabilità normativa, nel comparto pubblico la situazione è più complessa.
Nelle PA il ricorso ai contratti a termine è spesso utilizzato per sopperire a carenze strutturali di organico, trasformandosi però in un precariato cronico che penalizza sia i lavoratori sia la qualità dei servizi offerti ai cittadini.

Il rischio, denunciano le organizzazioni sindacali, è quello di creare una nuova disparità tra dipendenti pubblici e privati, con i primi costretti a restare in una “terra di mezzo” normativa e professionale.

Le richieste di Confintesa FP

Tra le voci più critiche c’è quella di Confintesa Funzione Pubblica, che attraverso il suo Segretario Generale Claudia Ratti chiede un intervento immediato del Governo.
Le richieste sono chiare:

  • Estensione della proroga fino al 2026 anche a tutto il personale pubblico, senza esclusioni.
  • Proroga automatica dei contratti in scadenza entro il 2025, così da tutelare il reddito dei lavoratori e la continuità dei servizi.
  • Avvio di un Piano Straordinario di Stabilizzazione, per offrire una prospettiva reale a chi da anni sostiene il funzionamento della macchina statale.

“Non è più accettabile che le Pubbliche Amministrazioni continuino a usare i contratti a termine come soluzione ordinaria – avverte Ratti – dietro ogni contratto ci sono persone che ogni giorno tengono in piedi gli uffici e senza le quali i servizi ai cittadini collasserebbero”.

Il rischio di un “caos organizzativo”

Il nodo del precariato storico nelle Pubbliche Amministrazioni è ormai una questione irrisolta da decenni. Senza misure straordinarie, la proroga prevista dal Decreto Omnibus rischia di non bastare: molti contratti potrebbero comunque interrompersi, lasciando sguarniti uffici e servizi essenziali.

Secondo i sindacati, la mancata applicazione uniforme delle norme e l’assenza di un vero piano di stabilizzazione potrebbero tradursi in un caos organizzativo, con conseguenze dirette sui cittadini.

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