Il Governo ha deciso di intervenire sull’aumento dell’età pensionabile previsto dal 2027, ma in modo parziale e progressivo. Come riporta Il Sole 24 Ore del 10 ottobre, la risoluzione di maggioranza approvata da Camera e Senato prevede che il freno all’adeguamento dei requisiti alla speranza di vita avvenga in due tappe:
– nel 2027 verrebbe sterilizzato uno dei tre mesi di aumento, pertanto l’età si allungherebbe di due mesi;
– mentre nel 2028 si aggiungerebbe una seconda fase, con il possibile blocco di uno o due mesi residui.
L’obiettivo è quello di proteggere solo alcune categorie di lavoratori, senza compromettere gli equilibri di bilancio. Ma la misura non è ancora definitiva: i tecnici del MEF stanno studiando come applicarla, e molto dipenderà dalle risorse effettivamente disponibili nella prossima Legge di Bilancio.
Giorgetti: “Serve una sterilizzazione selettiva per i meritevoli”
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha confermato che il governo non potrà bloccare l’aumento per tutti.
“Penso che non ci sono quelli più fortunati o meno fortunati ma quelli più meritevoli o meno meritevoli. Non posso ignorare il fatto che un precoce e chi fa lavori usuranti debba avere un trattamento diverso rispetto a chi ha cominciato a lavorare più tardi.”
L’intenzione è dunque quella di concentrare il beneficio su lavoratori precoci e addetti ad attività usuranti, cioè su chi ha iniziato a lavorare molto giovane o in condizioni fisicamente gravose.
La platea ristretta (ma forse destinata ad allargarsi)
Secondo Il Sole 24 Ore, “il riferimento a usuranti e precoci aiuta a pronosticare la quota, non amplissima, di lavoratori che sarebbero tutelati. In senso tecnico, le due categorie cumulano meno di 20mila uscite all’anno, cioè meno del 3% di nuovi pensionati.”
Il giornale ricorda che oggi i precoci possono accedere alla pensione anticipata solo se hanno versato almeno 12 mesi di contributi prima dei 19 anni e si trovano in una di queste condizioni: disoccupazione di lungo corso, invalidità superiore al 74%, assistenza a familiari disabili o impiego in lavori gravosi/usuranti.
Tuttavia, sempre secondo il quotidiano economico, “intendendo il riferimento in modo meno letterale, l’orizzonte potrebbe allargarsi; almeno fino a che lo permetteranno le risorse.” Ciò significa che il governo potrebbe includere una platea più ampia di lavoratori, come chi ha iniziato presto a lavorare in fabbrica o in mansioni pesanti, anche se non formalmente classificato come “usurante”.
Una mediazione politica ancora in corso
La misura è frutto di un compromesso politico: Fratelli d’Italia e Forza Italia avrebbero voluto destinare le risorse al taglio dell’Irpef, mentre la Lega ha insistito per un blocco totale dell’aumento (non bisogna dimenticare che aveva nel programma elettorale l’abrogazione della legge Fornero, mai realizzata). Ma i vincoli di bilancio e le previsioni della Ragioneria generale dello Stato, secondo cui un congelamento universale farebbe salire il debito/PIL fino a 30 punti entro il 2070, hanno imposto prudenza.
Il risultato è un freno parziale e selettivo, destinato – almeno per ora – ai lavoratori “più meritevoli”. Tuttavia, se le risorse lo consentiranno, la platea potrebbe ampliarsi, rendendo la misura più inclusiva rispetto alle previsioni iniziali.



