Doveva essere una misura per aiutare il ceto medio-basso, ma alla fine rischiano di essere più gli esclusi che i beneficiari. L’ipotesi iniziale da inserire nella legge di Bilancio 2026 era di escludere dal calcolo ISEE la prima casa fino a un valore catastale di 100.000 euro. Ora, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, la soglia potrebbe essere abbassata e alcune famiglie rimarrebbero fuori.
Una correzione di rotta che restringerebbe significativamente la platea dei beneficiari. Trasformando quella che era stata annunciata come una svolta fiscale in un intervento molto più limitato.
Prima casa fuori dall’ISEE: soglia più bassa e vincolo sui figli
L’iniziativa, sostenuta inizialmente dalla Lega di Matteo Salvini, puntava a togliere dal calcolo dell’ISEE il valore della prima casa, almeno fino a 100.000 euro di valore catastale (che equivale a 300-400.000 euro di valore reale di mercato).
Tuttavia, la necessità di “ottimizzare le risorse” – e probabilmente anche di mantenere in equilibrio i conti pubblici – ha portato Fratelli d’Italia a chiedere modifiche sostanziali. Il partito della premier Giorgia Meloni, infatti, ha posto l’accento sulle forti differenze territoriali: una casa con valore catastale di 100.000 euro può significare una villa al Sud o un bilocale al Nord.
Il risultato? Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore di martedì 14 ottobre, il Governo starebbe pensando di abbassare a 75.000 euro la soglia catastale da escludere nell’ISEE. Non solo: l’idea è di limitare la misura solo alle famiglie con almeno due figli a carico.
Una misura che rischia effetti controproducenti
Quella che doveva essere una misura di sostegno per il ceto medio-basso, appare ora più come un compromesso politico che rischia di lasciare fuori proprio molte delle famiglie che si voleva aiutare.
Il valore catastale di 75.000 euro esclude automaticamente moltissimi immobili situati nei centri urbani del Centro-Nord. Qui infatti i prezzi – anche quelli catastali, seppur non aggiornati da anni – sono mediamente più alti.
E il vincolo dei due figli a carico restringerebbe ulteriormente la platea, trasformando la misura da universale a selettiva.
I cittadini che speravano in un alleggerimento dell’ISEE per accedere più facilmente a bonus, agevolazioni o rette calmierate, rischiano quindi di restare a bocca asciutta. Il paradosso è che le coppie senza figli – spesso in difficoltà economica proprio nella fase iniziale della vita familiare – potrebbero sentirsi penalizzate e disincentivate a mettere su famiglia, con effetti controproducenti anche sul piano demografico.



