Per il presidente di Unionmeccanica Torino, Antonio Casano, la nuova legge di bilancio non risponde alle vere esigenze del sistema produttivo.
«La manovra economica da 18 miliardi approvata dal Governo Meloni, pur perseguendo la stabilità finanziaria, mostra una preoccupante carenza di visione industriale. Le risorse destinate a imprese e competitività – appena lo 0,3% del PIL su tre anni – non sono all’altezza delle sfide che le PMI italiane stanno affrontando».
Un giudizio severo ma costruttivo, che fotografa il malcontento crescente tra le imprese manifatturiere e metalmeccaniche.
Casano riconosce che «il ripristino del superammortamento è una misura utile, ma non sufficiente» (nella nuova legge di Bilancio vale 4 miliardi). E aggiunge: «Non si può pensare di rilanciare la manifattura con strumenti parziali e risorse marginali».
Filiera automotive piemontese in crisi: “Persi 1 miliardo e 1.500 posti di lavoro”
Unionmeccanica Torino richiama l’attenzione sui numeri diffusi da ANFIA, l’associazione che riunisci gli industriali della filiera dell’Automotive (componentistica): «I dati ANFIA parlano chiaro: nel 2025 la filiera automotive piemontese ha perso oltre 1 miliardo di euro e 1.500 posti di lavoro. E il 2026 rischia di proseguire su questa traiettoria». Numeri non preoccupanti, ma drammatici, che non sembrano spostare la sensibilità del Governo.
Casano lancia un appello alle istituzioni: «Serve un piano straordinario per la reindustrializzazione, incentivi strutturali all’innovazione e un confronto serio con le parti sociali».
Nuova festività e costi aggiuntivi: “Rischio per la sostenibilità delle PMI”
Il presidente denuncia anche un altro problema: «A questo si aggiunge un ulteriore aggravio per le aziende: l’introduzione di una nuova festività nazionale, recentemente approvata dal Governo, comporterà un aumento dei costi del lavoro senza alcuna compensazione». Chiaro il riferimento alla reintroduzione della Festa del 4 Ottobre – San Francesco.
Per Casano, in un contesto già segnato da margini ridotti e pressioni competitive, ogni costo aggiuntivo rischia di «compromettere la sostenibilità operativa delle PMI».
Da qui l’appello finale: «Come Unionmeccanica Torino, in rappresentanza delle Aziende associate e in particolare di quelle impegnate nella filiera della mobilità, chiediamo al Governo e all’Europa di mettere in atto politiche industriali concrete e investimenti mirati. La competitività si costruisce con visione, strumenti e coraggio».
Insoddisfazione condivisa: imprenditori e sindacati uniti nelle critiche
Per ragioni diverse ma non opposte, l’insoddisfazione delle imprese coincide con quella dei sindacati metalmeccanici.
Fim, Fiom e Uilm esprimono infatti forte preoccupazione per la misura inserita nella manovra che prevede la flat tax al 5% sugli aumenti contrattuali, valida solo per il 2026.
Secondo le sigle, il termine dell’agevolazione nel 2027 provocherà un impoverimento improvviso dei lavoratori, annullando in pochi mesi il beneficio netto ottenuto nel primo anno.
Da un lato, gli imprenditori chiedono stabilità e incentivi strutturali; dall’altro, i sindacati temono che l’assenza di continuità fiscale trasformi la misura in un fuoco di paglia.
Un punto di contatto raro, ma significativo: la metalmeccanica italiana, nelle parole di Casano e dei sindacati, ha bisogno di politiche industriali e fiscali durature, non di interventi a tempo.



