Ancora non è stato raggiunto un accordo, ma non si è neppure arrivati a una rottura. Nella trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici le parti hanno fissato quattro nuove date ravvicinate per il confronto. Un segnale che, secondo gli osservatori, indica una fase di avvicinamento piuttosto che di stallo, anche se il nodo economico resta aperto.
Quattro nuovi incontri per provare a chiudere
Dopo l’incontro in plenaria del 6 ottobre, in cui erano presenti delegazioni complete di Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil, Federmeccanica e Assistal, la trattativa è proseguita in forma ristretto il 15 e 17 ottobre. In queste due giornate, i vertici delle organizzazioni sindacali e datoriali si sono confrontati direttamente, con margini più ampi di negoziazione.
Al termine, i sindacati hanno diffuso una nota unitaria:
“Si sono concluse … le due giornate di trattativa tra Fim Fiom Uilm e Federmeccanica-Assistal in delegazione ristretta programmate per il 15 e 17 ottobre.”
“Le parti … hanno ribadito la volontà di rinnovare il Contratto collettivo nazionale in tempi brevi, come elemento necessario e prioritario per la definizione delle parti economiche e normative.”
“Le delegazioni unitarie di Fim Fiom Uilm hanno, tuttavia, preso atto delle distanze che permangono e, per imprimere un’accelerazione alla trattativa, sono stati programmati 4 incontri che si terranno il 22 e 23 ottobre e il 30 e 31 ottobre con la convocazione delle rispettive delegazioni.”
Le posizioni di Federmeccanica e Assistal
Nel pomeriggio è arrivata anche la nota congiunta delle associazioni datoriali, dal tono più prudente ma sostanzialmente allineato:
“Rimangono distanze e rimane la volontà di trovare un equilibrio sui vari punti e complessivamente considerando tutte le parti del Contratto Collettivo Nazionale.”
E ancora: “Per dare una spinta al negoziato sono stati programmati incontri con la partecipazione delle rispettive delegazioni.”
Divisioni interne e nodo economico
Secondo quanto riportato da MetalmeccaniciNews.it, restano distanze significative non solo tra le due parti, ma anche all’interno della delegazione datoriale. Gli industriali non avrebbero ancora una linea condivisa su come gestire gli aumenti salariali, e il confronto resta aperto.
I sindacati puntano a un incremento complessivo di 280 euro, ma secondo fonti vicine al tavolo, quella cifra potrebbe rappresentare un punto di arrivo più che di partenza. È possibile che la trattativa “atterri” su un valore più vicino ai 200 euro, in linea con quanto previsto non più tardi dello scorso mese di giugno nel rinnovo del CCNL Cooperative Metalmeccaniche 2024-2028, che ha stabilito un aumento di 200 euro mensili (livello C3), distribuito su quattro anni.
Prossime settimane decisive
I quattro incontri fissati per il 22, 23, 30 e 31 ottobre saranno determinanti per capire se l’intesa è davvero vicina o se lo scontro si irrigidirà ulteriormente. Le distanze restano, ma la volontà di chiudere in tempi brevi, ribadita da entrambe le parti, lascia intravedere uno spiraglio per sbloccare la trattativa dopo oltre un anno e mezzo di negoziato.
Nel frattempo dal fronte governativo arrivano notizie rassicuranti: a partire dal 2026 la detassazione del 5% degli aumenti salariali contrattuali riguarderà anche gli Accordi di Rinnovo dei CCNL che dovessero essere firmati nel 2025. Nessun “rinvio tattico” è quindi dietro l’angolo. L’accordo si può firmare subito.