HomeEvidenzaSalari Italiani da Povertà, Mentre i Manager Sono Strapagati. L'Accusa di Mattarella

Salari Italiani da Povertà, Mentre i Manager Sono Strapagati. L’Accusa di Mattarella

Durante la cerimonia di consegna delle Stelle al Merito del Lavoro 2025, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha richiamato con forza l’attenzione sul tema delle disuguaglianze retributive, denunciando la distanza ormai abissale tra i redditi dei lavoratori e quelli dei vertici aziendali. Non è la prima volta che il Capo dello Stato denuncia la drammatica situazione sociale del nostro Paese, già nel mese di aprile scorso era entrato direttamente sul tema salariale e delle disuguaglianze, commentando anche in quella occasione i dati dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro.

“Una retribuzione sufficiente ad assicurare un’esistenza libera e dignitosa”

Mattarella ha aperto il suo intervento ricordando l’articolo 36 della Costituzione, che impone allo Stato e alle imprese di garantire “una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
La dinamica salariale negativa dell’ultimo decennio vede ora segnali di inversione di marcia”, ha osservato il Presidente, evidenziando che il tema dei salari non può essere eluso perché riguarda in particolare il futuro dei nostri giovani”.

“Troppi giovani costretti a emigrare per colpa dei bassi salari”

Nel suo discorso, il Capo dello Stato ha sottolineato la sofferenza di una generazione che non trova spazio nel mercato del lavoro italiano: “Troppi dei nostri giovani sono spinti all’emigrazione… a causa del basso livello retributivo di primo ingresso nel mondo del lavoro”.

“Cresce il fenomeno dei contratti pirata”

Mattarella ha poi puntato il dito contro i “contratti pirata”, richiamando i dati di Confcommercio: “Tra oltre mille contratti depositati al Cnel, vi sono accordi firmati da rappresentanze scarsamente rappresentative, con vere e proprie forme di dumping contrattuale”.
Questi contratti, ha spiegato, riducano i diritti e le tutele dei lavoratori, abbassano i livelli salariali e provocano concorrenza sleale fra imprese”.

Far partecipare i lavoratori al progresso

Nel suo intervento, il Presidente della Repubblica ha affrontato anche il tema della crescita dei salari, che secondo lui mostra finalmente qualche timido segnale positivo dopo anni di stagnazione. “La dinamica salariale negativa dell’ultimo decennio vede ora segnali di inversione di marcia, ha osservato Mattarella, sottolineando come la retribuzione non sia soltanto una questione economica, ma anche un pilastro di giustizia sociale. Ben sappiamo come i salari siano stati lo strumento principe nel nostro Paese per ridurre le disuguaglianze, per un equo godimento dei frutti offerti dall’innovazione, dal progresso”, ha aggiunto. Un passaggio che rimarca la necessità di garantire a ogni lavoratore una quota equa della ricchezza prodotta, affinché la crescita economica non si traduca in nuove disuguaglianze ma in partecipazione condivisa al progresso.

“Super manager con remunerazioni centinaia o migliaia di volte superiori”

È in questo passaggio che Mattarella ha espresso la critica più dura: Dinamiche di mercato concorrono ad ampliare questi squilibri nelle retribuzioni… mentre invece super manager godono di remunerazioni centinaia, o persino migliaia di volte superiori a quelle di dipendenti delle imprese”.
Un divario che, ha aggiunto, produce un effetto devastante: Tante famiglie sono sospinte sotto la soglia di povertà nonostante il lavoro di almeno uno dei componenti”.

Mattarella ha concluso con un appello alla responsabilità collettiva: “Porre riparodalle parti sociali alle istituzioni – non deve consistere nell’inseguire politiche assistenziali quanto, piuttosto, essere scelta di sviluppo e di lungimirante coesione sociale”.

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