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Stipendi Scuola, Nuovo Aumento da 20-30 Euro. Il Governo stanzia 600 Milioni in Più

Al fine di facilitare la firma del contratto da parte delle Organizzazioni Sindacali, il consiglio dei ministri deciso un ulteriore stanziamento di circa 600 milioni di euro destinato al rinnovo contrattuale.

La mossa potrebbe dare una svolta ad una trattativa sostanzialmente ferma per una questione di risorse, come sottolineano da tempo i sindacati.

Le risorse stanziate dovranno essere approvate

La cifra di 600 milioni di euro non rappresenta l’importo netto da distribuire, ma il costo complessivo che lo Stato sostiene per l’aumento. Questo onere include sia la retribuzione lorda da erogare ai dipendenti che gli oneri contributivi a carico del datore di lavoro (lo Stato), che ammontano al 24,20% del totale.

Per determinare l’ammontare effettivo destinato all’aumento degli stipendi (il lordo dipendente), è necessario scorporare questa percentuale.

Applicando la proporzione €600.000.000 : 124,20 = X : 100, si ottiene l’importo massimo disponibile per la retribuzione lorda: € 483.091.782.

Assumendo che questa somma sia destinata interamente ai circa 1.200.000 dipendenti del comparto scuola, possiamo calcolare l’incremento medio pro capite.

L’aumento lordo annuale per ciascun dipendente si attesta intorno ai 402,58 euro. Distribuendo questo importo su 13 mensilità (inclusa la tredicesima), si ottengono circa 30,97 euro lordi mensili pro capite.

L’incremento medio mensile lordo per un docente o un ATA è di circa 30 euro. Tradotto in netto, l’aumento effettivo percepito in busta paga si ridurrà ulteriormente, probabilmente attestandosi al di sotto dei 20 euro al mese.

L’Effetto Diluizione: quando i Fondi vanno agli Enti Locali

La situazione diventa ancora più critica se i 600 milioni devono coprire anche i rinnovi del personale degli Enti Locali. Se l’incremento di 30,97 euro lordi per la sola scuola appare già esiguo, un aumento medio lordo limitato a 20 euro mensili (come da ipotesi di ripartizione più ampia) implicherebbe che i fondi debbano essere distribuiti su una platea di circa 1,86 milioni di lavoratori (Scuola + Enti Locali).

Questa diluizione conferma che le risorse stanziate sono lontane dall’essere sufficienti per un adeguato recupero del potere d’acquisto salariale.

L’amara conclusione per Docenti e ATA

In un contesto economico segnato da inflazione e dal costo della vita in aumento, un incremento lordo medio di circa 30 euro al mese non rappresenta un vero investimento sul personale.

La manovra, pur prevedendo un percorso generale di riduzione fiscale, non riesce a dare un segnale concreto di valorizzazione a un settore essenziale come quello dell’istruzione e della Pubblica Amministrazione. Per i lavoratori della Scuola, l’adeguamento contrattuale si traduce, ancora una volta, in un aumento simbolico che non colma i divari retributivi storici con gli standard europei.

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