La legge di Bilancio 2026 porterà novità importanti per l’Isee, l’indicatore che determina l’accesso a bonus e prestazioni sociali. Tra le misure previste c’è l’innalzamento della soglia che esclude la prima casa dal calcolo del patrimonio immobiliare.
Oggi, in base al Dpcm 159/2013, il valore dell’abitazione principale è escluso fino a 52.500 euro, soglia che aumenta di 2.500 euro per ogni figlio convivente successivo al secondo. Oltre questo limite, solo due terzi della parte eccedente vengono conteggiati ai fini dell’Isee.
L’analisi del Caf Acli per Il Sole 24 Ore
Secondo l’elaborazione dell’ufficio studi della rete dei Caf Acli per Il Sole 24 Ore del Lunedì, la riforma rischia di produrre benefici per una platea ristretta.
L’analisi si basa su 600mila pratiche Isee elaborate nel 2025: con una soglia innalzata a 100.000 euro, ne trarrebbe vantaggio solo il 14,7% delle famiglie, mentre con una soglia intermedia a 75.000 euro il beneficio si fermerebbe al 7,9%. Insomma entrambe le ipotesi, in caso di approvazione delle Manovra di Bilancio, non porteranno benefici concreti alle famiglie. Salvo pochi casi.
I dati sui nuclei proprietari di casa
Il Caf Acli ricorda che solo il 49,5% dei nuclei esaminati vive in una casa di proprietà, percentuale simile ai dati Inps. Tra questi, il 51,5% ha già un valore catastale inferiore alla soglia attuale di 52.500 euro e non vedrebbe alcuna variazione.
Un ulteriore 15,9% di famiglie si colloca tra l’attuale limite e i 75.000 euro, mentre un 13,8% si trova nella fascia tra 75.000 e 100.000 euro.
Effetti concreti e tempi di applicazione
In base alle simulazioni del Caf Acli, l’aumento della soglia a 100.000 euro ridurrebbe l’Isee di circa il 9%, mentre con 75.000 euro la diminuzione si attesterebbe intorno al 7,5%.
L’effetto sarebbe dunque limitato ma positivo per chi rientra nelle nuove fasce. Gli esperti auspicano che la modifica entri in vigore da gennaio 2026, evitando i ritardi del 2025 legati all’esclusione dei titoli di Stato dal calcolo Isee. Ma l’immediata applicazione già da gennaio appare assai difficile, possibile quindi che ci vorranno mesi prima di dare attuazione alla nuova previsione.