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Statali, Tassa del 5% sugli Aumenti Contrattuali nel Cedolino: la Manovra individua i Beneficiari [BOZZA DDL]

Nella bozza del disegno di legge di bilancio compare una novità attesa da anni anche nel pubblico impiego: la detassazione degli aumenti contrattuali.

Dopo i lavoratori del settore privato, anche i dipendenti pubblici con retribuzione fino a 28mila euro lordi annui potranno beneficiare della flat tax del 5% sugli incrementi di stipendio previsti dai rinnovi dei contratti collettivi nazionali.

Si tratta di un intervento che il governo vuole introdurre per equiparare il trattamento fiscale tra lavoratori pubblici e privati, alleggerendo la pressione fiscale sugli aumenti e rendendo più attrattiva la contrattazione.

Un passo in avanti non indifferente considerato che nei giorni scorsi, nelle prime bozze del DDL, la misura non includeva gli statali. Oggi si registrerebbe un passo avanti, apportato da una bozza più recente secondo quanto riporta l’edizione il Corriere della Sera.

Come funziona la flat tax per gli statali

Il meccanismo previsto è semplice: gli aumenti derivanti dai nuovi CCNL non saranno tassati con l’Irpef ordinaria, ma con un’imposta sostitutiva agevolata del 5%.

L’agevolazione andrebbe ai soli dipendenti con reddito fino a 28.000 euro annui e per i rinnovi contrattuali sottoscritti tra il 2025-2026.

L’obiettivo è incentivare la sottoscrizione degli accordi di rinnovo anche nel pubblico impiego, allineando i benefici fiscali ai meccanismi già in vigore per i lavoratori del settore privato.

Pagamento più rapido del Tfs

La bozza del ddl Manovra prevede inoltre norme per accelerare il pagamento del Tfs, il trattamento di fine servizio dovuto ai dipendenti pubblici che vanno in pensione. Una misura che mira a ridurre le attese e i contenziosi accumulati negli ultimi anni, garantendo tempi più rapidi per la liquidazione delle somme spettanti.

Effetti sui rinnovi dei contratti pubblici

La detassazione potrebbe avere un impatto diretto sullo sblocco dei rinnovi dei CCNL Scuola e Funzioni Locali, oggi fermi da mesi all’Aran. Con l’aliquota agevolata, gli aumenti diventerebbero più convenienti per i lavoratori, creando le condizioni per chiudere finalmente la trattativa sul triennio 2022-2024.

L’inclusione dei rinnovi del 2025 favorirebbe anche comparti come la Sanità e la Dirigenza Scolastica, che hanno rinnovato in questi ultimi mesi.

Se confermata nel testo definitivo della Manovra, la misura segnerebbe una svolta per i dipendenti pubblici, aprendo una nuova fase di rinnovi e riconoscimenti economici dopo anni di attesa.

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