La manovra economica 2026, appena approvata in Consiglio dei ministri, porta alcune novità importanti sul fronte della genitorialità e del lavoro. Non si tratta di una rivoluzione, ma di un aggiornamento che amplia tutele e flessibilità per i lavoratori con figli e per le famiglie numerose.
Il cuore delle misure è il rafforzamento dei congedi parentali, con l’estensione dell’età dei figli per poterne usufruire e più giorni a disposizione in caso di malattia. Ma nel pacchetto famiglia ci sono anche sgravi per chi assume madri disoccupate con tre figli e un nuovo diritto al part-time prioritario per i genitori con nuclei numerosi.
Ecco nel dettaglio le novità previste nel DDL Bilancio 2026.
Congedi parentali: si allunga il tempo per richiederli
Il primo intervento riguarda i congedi parentali: dal 2026 i genitori potranno richiederli fino ai 14 anni di età del figlio, contro i 12 anni previsti finora.
Per il resto:
- La durata massima resta di tre mesi per ciascun genitore.
- Il congedo può essere fruito in modo continuativo o frazionato.
- L’indennità economica resta invariata: il 30% della retribuzione.
- Il periodo continua a valere ai fini pensionistici e dell’anzianità lavorativa, senza penalizzazioni.
Questa modifica permette di prolungare la possibilità di assentarsi dal lavoro in una fase della crescita del figlio in cui possono emergere nuove esigenze educative o familiari.
Malattia dei figli: raddoppiano i giorni e sale l’età massima
Un’altra novità riguarda i permessi per malattia dei figli. Attualmente, i genitori possono assentarsi dal lavoro, alternativamente, per un massimo di 5 giorni lavorativi all’anno, se il figlio ha tra i 3 e gli 8 anni.
Con la nuova norma:
- I giorni salgono a 10 all’anno per ogni figlio.
- Il limite di età viene portato a 14 anni.
Anche in questo caso, si tratta di un’estensione pensata per coprire un periodo più ampio della vita del bambino e alleggerire la gestione familiare nei momenti critici.
Sgravi contributivi per chi assume madri con almeno 3 figli
Ma le novità per le famiglie e le madri lavoratrici non finiscono qui. Per favorire l’occupazione femminile e sostenere i nuclei numerosi, l’articolo 48 introduce una misura molto concreta:
- I datori di lavoro privati che assumono donne con almeno 3 figli minorenni, disoccupate da almeno 6 mesi, avranno diritto a una decontribuzione totale.
- L’esonero dal versamento dei contributi previdenziali può arrivare fino a 8.000 euro l’anno, su base mensile.
- Restano esclusi i premi e i contributi dovuti all’INAIL.
Una misura che punta a incentivare l’inserimento lavorativo di madri con carichi familiari importanti, spesso penalizzate nel mercato del lavoro.
Più flessibilità: diritto al part-time e contratti più lunghi per chi sostituisce
Infine, per chi ha almeno tre figli conviventi, l’articolo 49 della manovra riconosce un nuovo diritto di priorità nella trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a part-time, sia orizzontale che verticale.
Infine, viene rafforzata anche la tutela nei contratti a termine: chi viene assunto per sostituire una lavoratrice o un lavoratore in congedo parentale, potrà proseguire l’attività per un periodo aggiuntivo di affiancamento, fino al primo anno di età del bambino.



