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Bloccati gli Aumenti da 240 euro attesi da 110 mila Lavoratori: il Governo cancella le risorse per il TPL

Era stato salutato come un traguardo storico il rinnovo del contratto collettivo nazionale degli autoferrotranvieri firmato il 20 marzo 2025 tra governo, sindacati e associazioni datoriali. Un accordo che avrebbe garantito aumenti medi di 240 euro mensili a circa 110 mila lavoratori del trasporto pubblico locale. Ma la promessa rischia ora di svanire.

Nella nuova Manovra di Bilancio, infatti, l’articolo 30 cancella le coperture economiche necessarie per sostenere gli aumenti previsti dal CCNL 2024-2026, vanificando l’intesa siglata appena pochi mesi fa e finanziata inizialmente con l’aumento delle accise.

Le associazioni del TPL in rivolta: “Così il rinnovo non è sostenibile”

Le principali organizzazioni datoriali del settore del trasporto pubblico locale – Agens, Anav e Asstra – hanno lanciato un appello durissimo all’esecutivo. «La copertura prevista si discosta significativamente dal costo complessivo del rinnovo del contratto», si legge in un articolo de Il Sole 24 Ore. Il divario, denunciano, «non è assorbibile dal sistema produttivo del nostro settore». Tradotto: gli aumenti attesi dai lavoratori rischiano di saltare se la Manovra sarà approvata così come trasmessa al Senato.

Le cifre parlano chiaro: lo stanziamento effettivo sarebbe di 150-180 milioni di euro, contro i 270 milioni necessari nel 2025, 370 milioni nel 2026 e 510 milioni a regime dal 2027. Una differenza enorme che, sottolineano le associazioni, «non può essere colmata dalle aziende».

Tper e le aziende locali: “Mancano 800 milioni, il settore è a rischio”

A farsi portavoce del malessere è anche Giuseppina Gualtieri, presidente e AD di Tper, che definisce la manovra «inadeguata». Secondo le stime condivise dalle aziende, mancano all’appello circa 800 milioni di euro rispetto agli adeguamenti Istat.

«Abbiamo segnalato più volte – spiega Gualtieri – che le risorse destinate alla gestione dei servizi non sono mai state aggiornate. I costi aumentano, ma i fondi restano fermi».

La presidente di Tper ricorda inoltre che «alla fine del 2024 e nei primi mesi del 2025 è stato firmato il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, con un impegno del governo a coprirne il costo. Ora, però, quella garanzia non è più certa».

Il rischio concreto: aumenti congelati e contratti bloccati

Senza un intervento correttivo, il rinnovo del contratto rischia di restare sulla carta. Le associazioni di categoria chiedono un incontro urgente con il governo per “confermare e finalizzare gli impegni assunti” a marzo, quando l’esecutivo aveva garantito la copertura degli aumenti.

Se le risorse non verranno ripristinate, gli aumenti da 240 euro mensili promessi ai lavoratori con l’Intesa potrebbero essere congelati e le aziende del trasporto pubblico si troverebbero senza fondi per rispettare gli impegni.

Un passo indietro che, dopo mesi di trattative, rischia di riaccendere la protesta nel settore e di mettere in difficoltĂ  un comparto giĂ  provato da inflazione, rincari energetici e carenza di personale.

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