Nella prossima Legge di Bilancio 2026 si profila una buona notizia per oltre 3 milioni di dipendenti pubblici: grazie al taglio dell’Irpef e alla detassazione dei premi di produttività, in busta paga arriveranno fino a 664 euro in più all’anno. E’ quanto riporta Il Messaggero nell’edizione di domenica 26 ottobre, in un articolo che anticipa le simulazioni del Ministero dell’Economia.
La misura, pensata per tutelare i redditi medi e sostenere il potere d’acquisto, andrà a vantaggio della quasi totalità dei lavoratori della Pubblica amministrazione, dagli impiegati ministeriali agli operatori sanitari, fino al personale tecnico e amministrativo.
Taglio dell’Irpef: due punti in meno sulla seconda aliquota
Il primo intervento riguarda il taglio della seconda aliquota Irpef, che passerà dal 35% al 33% per i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro lordi annui. Si tratta dello scaglione dove rientra la maggioranza degli statali, esclusi soltanto i dirigenti.
Il beneficio fiscale medio sarà di circa 440 euro all’anno, pari a poco più di 36 euro al mese per chi guadagna intorno ai 38.000 euro. Un alleggerimento che, secondo le stime, coprirà circa 3 milioni di lavoratori pubblici.
Premi e indennità detassati fino a 800 euro
A questo si aggiunge la detassazione dei premi e delle indennità variabili, con un’aliquota agevolata del 15% fino a un massimo di 800 euro.
La misura funzionerà come una “cedolare secca” o “flat tax”, che dir si voglia, sul salario accessorio e riguarderà, ad esempio, i premi di risultato o le indennità legate alla produttività.
Per chi riceve un premio di 800 euro, il vantaggio netto sarà di circa 224 euro l’anno. Sommando i due interventi – Irpef e detassazione – si arriva così ai 664 euro complessivi di beneficio massimo.
Per i Docenti e ATA il principale beneficio andrà a chi svolge le attività aggiuntive ricompensate con il FIS, che è parte dei fondi FMOF. Si tratta di un beneficio di 120 euro in più circa: clicca qui.
Quando arrivano i soldi e chi resta escluso
Il vantaggio scatterà dal 1° gennaio 2026 e sarà automatico in busta paga, senza necessità di domanda. Ne resteranno esclusi solo i dirigenti pubblici e chi supera la soglia dei 50.000 euro di reddito lordo.
Una spinta fiscale che, insieme ai rinnovi contrattuali in arrivo, promette di rendere il 2026 un anno più ricco per gran parte dei lavoratori statali.



