Buone notizie per milioni di lavoratori italiani: i buoni pasto elettronici diventeranno ancora più convenienti.
Il Disegno di Legge di Bilancio 2026 ha infatti previsto l’aumento della soglia esentasse da 8 a 10 euro, una misura che punta a rafforzare il potere d’acquisto e a sostenere il welfare aziendale in un momento di rincari generalizzati.
Attenzione però: la novità non sarà immediata e riguarderà solo i ticket elettronici, non quelli cartacei. Vediamo insieme cosa cambia e da quando entrerà in vigore.
Quando entra in vigore l’aumento dei buoni pasto a 10 euro
La decisione del Consiglio dei Ministri è già scritta nero su bianco nell’articolo 5 del disegno di Legge di Bilancio 2026, recentemente bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato e trasmesso alla Presidenza della Repubblica per l’invio al Senato. Ma per vederla applicata bisognerà attendere il 1° gennaio 2026, data di entrata in vigore della manovra.
Da quel momento, la soglia di esenzione fiscale:
- passerà da 8 a 10 euro al giorno per i buoni pasto elettronici,
- mentre resterà ferma a 4 euro per i buoni pasto cartacei.
In pratica, dal 2026 sarà possibile ricevere fino a 10 euro al giorno di buoni digitali senza pagarci tasse né contributi, a condizione che siano erogati su supporto elettronico.
Perché l’aumento riguarda solo i buoni pasto elettronici
Il Governo ha scelto di favorire l’utilizzo dei buoni digitali rispetto a quelli cartacei, già agevolati in passato. Già la Legge di Bilancio 2020 aveva alzato il tetto di esenzione per i buoni elettronici da 7 a 8 euro, lasciando invariata la soglia dei cartacei a 4 euro.
La nuova misura prosegue su questa strada, incoraggiando la digitalizzazione del welfare aziendale e una gestione più trasparente dei ticket.
Quanto si guadagna con la nuova soglia
In Italia sono circa 3,5 milioni i lavoratori che ogni mese ricevono i buoni pasto, distribuiti da oltre 250mila imprese.
Secondo le stime, l’innalzamento del limite porterà un vantaggio economico fino a 2.200 euro annui esentasse per chi riceve i buoni pasto elettronici, contro i circa 1.760 euro previsti con la soglia precedente da 8 euro.
Per le aziende, inoltre, resta la possibilità di dedurre il valore nominale del buono dal proprio imponibile, offrendo così un beneficio ai dipendenti senza aumentare il costo della busta paga.
Effetti anche per lo Stato: meno tasse, ma più consumi
L’aumento della soglia esentasse comporterà un minor gettito fiscale stimato tra 75 e 90 milioni di euro, ma secondo le previsioni l’incremento dei consumi generato dall’aumento dei buoni pasto dovrebbe migliorare il gettito IVA tra 170 e 200 milioni di euro. Un vantaggio, quindi, non solo per i lavoratori ma anche per l’economia complessiva.
Va ricordato che il percorso di riforma dei buoni pasto è già iniziato: dal 1° settembre 2025 è entrato in vigore anche il tetto massimo del 5% sulle commissioni agli esercenti, uniformando il settore privato a quello pubblico.



