Il 6 novembre è stato proclamato lo sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori delle farmacie private da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Ma prima ancora di arrivare al giorno della protesta c’è un tema aperto: chi garantisce i servizi essenziali ai cittadini e in che misura. Su questo punto c’è tensione tra Federfarma e i sindacati, tanto che potrebbe esserci un incontro il 4 novembre per definire il perimetro delle prestazioni “indispensabili” e dei “servizi minimi”.
L’obiettivo è chiarire quali farmacie devono restare operative e con quale livello di personale. Su questo aspetto c’è una diversità di visione tra chi rappresenta le aziende e chi rappresenta i lavoratori.
Cosa chiede Federfarma alle farmacie
Secondo una circolare diffusa da Federfarma, il 6 novembre ogni farmacia deve comunque erogare servizio, anche in presenza dello sciopero. Le indicazioni dell’associazione sono molto precise:
- almeno un terzo del personale normalmente in turno deve lavorare;
- deve essere garantito almeno il 50% delle prestazioni farmaceutiche indispensabili.
Questo vincolo, dice Federfarma, vale per tutte le farmacie sul territorio nazionale, non solo per quelle di turno ma anche per quelle aperte in orario ordinario. La posizione dell’associazione fa riferimento alla legge 146/1990, che disciplina gli scioperi nei servizi pubblici essenziali e che prevede la tutela del diritto alla salute degli utenti.
Perché i sindacati non sono d’accordo
I sindacati contestano questa lettura. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs dicono chiaramente di riconoscere “esclusivamente” la regolamentazione provvisoria adottata dalla Commissione di Garanzia con la deliberazione 03/169 del 17 dicembre 2003.
Quella regolamentazione, già applicata negli scioperi di luglio nel Lazio e di settembre in Sardegna, prevede una cosa più semplice: garantire l’apertura e il normale funzionamento delle sole farmacie di turno, secondo i provvedimenti locali.
Tradotto: non tutte le farmacie devono restare operative, basta il servizio di turno. Quindi tutte le altre possono scioperare senza vincoli.
Il punto critico per il 6 novembre
Questo genera due conseguenze. Primo: per i cittadini, cambia la rete minima di farmacie disponibili quel giorno. Secondo: per i lavoratori, cambia l’ampiezza effettiva del diritto di sciopero.
I sindacati inoltre ricordano il divieto di sostituire chi aderisce allo sciopero, avvertendo le aziende che non è consentito coprire i turni di chi si astiene dal lavoro. L’incontro del 4 novembre servirà (nelle intenzioni) a evitare uno scontro aperto proprio su questo.



