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581.000 Lavoratori Pubblici Perdono 172€ al Mese: la Protesta Contro il Rinnovo CCNL Sanità

È stato firmato il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale 2022-2024 della Sanità pubblica, che interessa 581.000 lavoratori tra infermieri, OSS, ostetriche e personale sanitario.

A siglare l’intesa sono stati Cisl Fp, Fials, Nursind e Nursing Up. Hanno deciso di non firmare, invece, Funzione Pubblica CGIL e UIL FPL, denunciando un accordo “al ribasso” che – a loro dire – non tutela il potere d’acquisto dei lavoratori.

Rinnovo CCNL Sanità, le critiche di FP CGIL

Il via libera sul rinnovo ha portato con sé un pacchetto di aumenti medi mensili di 172 euro lordi e il pagamento degli arretrati a novembre, stimati tra 900 e 1.300 euro per ciascun dipendente.

Nonostante questo, è durissimo il giudizio di FP CGIL, che parla di un “contratto che mortifica le lavoratrici e i lavoratori della sanità pubblica e, per la prima volta, li impoverisce”.

Secondo il sindacato, l’aumento concordato non copre l’inflazione reale, determinando “una perdita media mensile di 172 euro rispetto al costo della vita. Mentre il costo della vita, infatti, è balzato al +16%, i salari aumentano appena del 5,7%. È la prima volta che un contratto fa perdere potere d’acquisto alle lavoratrici e ai lavoratori ed è un peggioramento per noi inaccettabile“, spiega la CGIL.

Il sindacato denuncia anche un peggioramento delle condizioni normative:

Mentre il Governo mantiene il tetto sul salario accessorio e sulle assunzioni, il contratto peggiora i carichi di lavoro dando mano libera alle aziende sulla pronta disponibilità, blocca di fatto differenziali economici e incarichi per mancanza di risorse, non risolve problemi come quello della mensa e della retribuzione nei giorni di ferie.”

Aumenti giudicati troppo bassi: “Solo 7 euro per l’indennità infermieristica”

La FP CGIL definisce gli aumenti “insufficienti e offensivi per la professione”.

L’aumento dell’indennità infermieristica è di circa 7 euro lordi, un’offesa alla Professione! Inoltre, per sopperire alla carenza di personale, hanno aumentato il numero di pronte disponibilità, peggiorando le condizioni di lavoro e obbligando (di fatto) a lavorare di più”.

Le stime della CGIL riportano l’impatto del nuovo contratto: “Si parla di perdite – rispetto al costo della vita – che superano in ogni caso i 120 euro mensili, per non parlare degli arretrati che, non essendo stati riparametrati all’inflazione reale, portano a differenze che superano anche i 4.000 euro.

UIL: “Un rinnovo che fa perdere potere d’acquisto”

Sulla stessa linea anche la UIL FPL, che definisce il rinnovo “una perdita secca di quasi 172 euro al mese rispetto al costo della vita. […] Si tratta di un rinnovo contrattuale che fa perdere potere d’acquisto invece di aumentarlo” specifica.

La UIL denuncia anche gli aumenti tra i 32 e 58 euro lordi (“Cifre che, con eleganza, definiamo inadatte”) e la mancanza degli arretrati per il 2022 e 2023, che “spiegano molto più di mille parole le ragioni di un abbandono di queste professioni.”

Il sindacato evidenzia inoltre che restano fermi i limiti alle assunzioni, i buoni pasto e i salari di ingresso, con tutele incerte per i lavoratori over 60. “Uno schiaffo per noi inaccettabile per le migliaia di lavoratrici e lavoratori della sanità che ogni giorno ci curano.”

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