C’è attesa nel mondo della scuola: il prossimo 5 novembre è in programma un incontro decisivo per la firma del contratto nazionale del comparto istruzione per il personale docente e ATA relativo al triennio 2022-24.
Ma dietro all’apparente formalità c’è una forte tensione: gli aumenti previsti sono giudicati troppo bassi e la CGIL ha già annunciato che non firmerà. La UIL, invece, sembra orientata a dare l’assenso, anche se ancora non ha ufficializzato nulla.
Di fatto il prossimo mercoledì si deciderà se la firma arriverà subito (ma senza la CGIL) oppure se verrà rinviata a fine novembre. E se slittasse ci sarebbero conseguenze anche sull’erogazione degli arretrati.
Aumenti modesti, CGIL critica
Le risorse messe sul tavolo per il rinnovo del contratto scuola 2022-24 sono state valutate inadeguate per recuperare la perdita del potere d’acquisto, almeno dalla CGIL.
Le stime indicano aumenti mensili netti:
- tra 25 e 35 euro per i collaboratori scolastici;
- di circa 40-50 euro per assistenti amministrativi e tecnici;
- tra 31 e 50 euro circa netti per docenti.
Gli incrementi del triennio successivo 2025-2027 saranno addirittura più bassi. Quindi, tra il 2022 e il 2027, docenti e personale ATA potranno contare su meno di 300 euro lordi complessivi di aumento, senza alcun reale adeguamento al costo della vita.
Scuola, il 5 novembre è la data chiave ma la firma è incerta
È in agenda per mercoledì 5 novembre l’incontro tra ARAN e sindacati per definire il contratto scuola 2022-24 (e avviare il 2025-27).
Se verrà firmato in quella stessa giornata, la CGIL non sarà parte dell’accordo. Il sindacato guidato da Maurizio Landini, infatti, ha già comunicato che non apporrà la firma se non saranno garantite risorse adeguate.
La UIL, per ora, non ha fatto annunci definitivi, ma il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo sembra fiducioso: “Da settimane – rivela intervistato da La Verità – ho interlocuzioni con i sindacati e devo dire che anche a fronte della volontà del governo di aumentare in manovra le risorse per gli enti locali, c’è stato un cambio di prospettiva da parte della Uil“.
In alternativa, se la firma sul rinnovo non dovesse arrivare, il tutto potrebbe slittare alla fine di novembre.
Se la firma non arriva sono a rischio gli arretrati
Con la firma definitiva del contratto, sarà erogato anche il saldo degli arretrati relativi al triennio 2022-2024. Si tratta della quota non ancora versata dopo l’anticipo del 2023, che copriva oltre il 60% degli aumenti complessivi. Le stime sindacali parlano di importi che vanno da 700 a oltre 1.000 euro, a seconda del profilo professionale e dell’anzianità.
Ad oggi il pagamento è previsto entro dicembre. Tuttavia, se il contratto non venisse firmato il 5 novembre e la firma slittasse quindi a fine mese, è molto probabile che anche gli arretrati possano slittare.
Per via dei tempi tecnici delle procedure di pagamento, infatti, NoiPA potrebbe non fare in tempo a erogare gli arretrati entro il 2025. In pratica, anche se il contratto venisse firmato a fine novembre, i docenti e il personale ATA potrebbero ricevere gli arretrati solo dal 2026, vanificando l’ipotesi di un accredito nell’anno corrente. Pertanto, solo la firma il 5 novembre assicurerebbe il pagamento puntuale degli arretrati.



