La Filcams Cgil lancia una proposta destinata a far discutere e che punta cambiare le regole del lavoro domestico in Italia: collegare l’accesso ai benefici pubblici al rispetto del contratto collettivo nazionale (CCNL) di colf, badanti e baby sitter.
L’idea è semplice quanto dirompente: chi non paga il giusto salario, i contributi, o non riconosce i diritti previsti dal contratto non può ricevere bonus, sussidi o agevolazioni fiscali legati alla famiglia o all’assistenza.
Durante l’evento “La cura oltre le mura”, organizzato dalla Filcams Cgil Nazionale con il patrocinio dell’ILO, il sindacato ha presentato il rapporto “Discorso sul Lavoro Domestico”, che fotografa un settore essenziale ma ancora segnato da irregolarità e sfruttamento.
In Italia lavorano oltre 1,7 milioni di persone nel settore domestico, per il 90% donne e per oltre il 70% migranti. Eppure, quasi la metà di loro opera in nero o con contratti irregolari.
“Chi rispetta la legge va premiato, non chi la viola”
Secondo la Filcams, non è accettabile che lo Stato continui a erogare agevolazioni a chi non rispetta le regole.
«La piena applicazione e vigilanza del CCNL deve diventare la condizione per accedere a qualsiasi sostegno pubblico», sostiene il sindacato, che propone un meccanismo simile al DURC delle imprese — il documento che certifica la regolarità contributiva delle aziende che partecipano ad appalti pubblici.
Una sorta di “DURC delle famiglie”, dunque, per impedire che chi impiega colf o badanti senza contratto possa nello stesso tempo usufruire di bonus, sgravi o detrazioni fiscali.
Dignità e legalità per un lavoro essenziale
La posizione della Filcams parte da un principio di equità sociale: non si può pretendere assistenza economica dallo Stato e allo stesso tempo alimentare il lavoro nero domestico.
Pagare il giusto salario (di recente adeguato di ulteriori 235 euro), garantire ferie, contributi e tutele significa riconoscere la dignità di chi si prende cura delle nostre famiglie.
La proposta apre così un nuovo fronte nel dibattito sul welfare familiare, chiedendo che giustizia e legalità diventino le vere basi del sostegno pubblico.



