Oggi, 5 novembre, si chiude una delle trattative più attese dei contratti collettivi della Pubblica Amministrazione. All’Aran è in programma l’incontro con i sindacati del comparto Istruzione e Ricerca per la firma definitiva del CCNL 2022-2024, che interessa oltre 1,1 milioni tra docenti e personale ATA.
Salvo sorprese, il contratto sarà firmato nelle prossime ore, confermando le anticipazioni del ministro Paolo Zangrillo.
La svolta della Uil dopo due firme in 48 ore
Decisiva la scelta della Uil, che nelle ultime ore ha cambiato orientamento. Il sindacato guidato da Pierpaolo Bombardieri – attraverso le categorie – ha infatti firmato il CCNL Enti Locali lunedì 3 novembre e, il giorno successivo, anche il rinnovo del CCNL Funzioni Centrali (siglato un anno dopo l’intesa del 2024).
Una doppia firma che ha spianato la strada anche all’accordo sulla scuola, isolando di fatto la Cgil e le sue categorie di settore, Flc e Fp. Uil Scuola quindi firmerà, evitando di saltare nuovamente la sottoscrizione (fu l’unica a non firmare il rinnovo 2019-2019).
Decisiva sarà anche la scelta di Gilda Insegnanti (pesa il 10% circa in termini di rappresentatività) che nelle ultime ore ha chiamato a consultazione la base, proprio sulla firma o meno del CCNL.
La previsione di Zangrillo si avvera
Con la firma di oggi – salvo soprese dell’ultimo minuot – viene così confermata l’anticipazione del ministro Zangrillo, che in un’intervista al quotidiano La Verità aveva annunciato che sarebbe rimasta fuori solo la Cgil. Segno, evidente, di un accordo con la Uil sul rinnovo dei contratti collettivi, che ha cambiato atteggiamento dopo l’uscita della Manovra di Bilancio che contiene alcuni elementi valutati come positivi.
Si chiude quindi la tornata contrattuale 2022-2024 per tutti i comparti pubblici, dopo anni di tensioni, polemiche e un lungo confronto sulle cifre dell’inflazione e del potere d’acquisto.
Per Docenti e ATA aumenti modesti e arretrati entro dicembre
Per il personale della scuola sono previsti aumenti medi di circa 150 euro lordi al mese, ma l’impatto reale sarà inferiore: si parla di circa 50-60 euro lorde in più (in media). Gran parte degli incrementi, infatti, è già confluita in busta paga grazie all’Indennità di Vacanza Contrattuale (IVC) e all’anticipo contratto erogato nei mesi scorsi. Restano da liquidare solo le differenze residue e gli arretrati, che secondo le prime stime dovrebbero arrivare entro dicembre. Clicca qui per conoscere tutti gli importi netti aggiornati.
Un rinnovo atteso, ma che lascia inevitabilmente aperto il tema del recupero salariale rispetto all’inflazione.



