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Chi ha l’Assicurazione salta la fila negli Ospedali Pubblici. La svolta parte dalla Regione Lombardia

Con la delibera XII/4896 approvata il 15 settembre e discussa in Consiglio regionale, la Lombardia guidata da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia ha introdotto una misura che sta facendo discutere: la cosiddetta “super intramoenia”.

Il provvedimento consente agli ospedali pubblici di firmare convenzioni dirette con compagnie assicurative e fondi sanitari integrativi. In pratica, chi dispone di una polizza sanitaria potrà accedere alle strutture pubbliche con corsie preferenziali e tempi d’attesa ridotti.

Sanità: Paghi e ti curi prima, anche nel pubblico

Le prestazioni saranno pagate dalle assicurazioni secondo tariffe stabilite, ma il personale e le attrezzature resteranno quelle del servizio sanitario regionale. In questo modo si crea un doppio binario: chi ha una copertura privata (perchè può permettersela) potrà curarsi rapidamente negli ospedali pubblici, mentre chi ne è privo dovrà attendere ancora più a lungo. Un principio che mina l’universalità della sanità pubblica e avvicina la Lombardia a un modello di tipo statunitense, dove il diritto alla cura dipende dal portafoglio.

I medici spinti verso il privato

Il medico e attivista Vittorio Agnoletto, intervenuto su Radio Popolare, ha denunciato i rischi della riforma: “Le strutture pubbliche sono obbligate a stipulare contratti con fondi e assicurazioni, perfino con modelli di accordo già predisposti dalla Regione. Si favoriscono le compagnie private a scapito dei cittadini”.

Inoltre, i medici che aderiranno dovranno svolgere queste attività fuori dall’orario di servizio, con l’effetto di incentivare il lavoro aggiuntivo nel canale privato invece che rafforzare quello pubblico.

Le opposizioni: “Ritirate la delibera”

In Consiglio regionale le opposizioni hanno chiesto chiarimenti e una revisione immediata. Italia Viva, M5S, Pd e Alleanza Verdi-Sinistra denunciano il rischio di un collasso delle liste d’attesa e di un aggravio per il personale sanitario.

Si crea un sistema diseguale dentro le strutture pubbliche, dove chi paga passa davanti agli altri”, ha dichiarato il consigliere del M5S Nicola Di Marco. Una sanità pubblica che rischia di diventare solo di nome.

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